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Cronaca

Lavori pubblici, parla il nuovo assessore Giorgianni: "Priorità adeguamento antisismico"

Nella sua prima intervista da neo-assessore ai Lavori pubblici, fresco di nomina, l'avvocato Michele Giorgianni spiega a CataniaToday i punti principali della sua azione politica. Tanti i progetti e le aree d'intervento, ma chiarisce: "Pensiamo nel lungo periodo, non esistono soluzioni miracolistiche"

Ha un currilucum già rodato nella pubblica amministrazione l'avvocato Michele Giorgianni. Prima di arrivare al vertice della macchina di governo - con la nomina in assessorato ai Lavori pubblici arrivata questa mattina - ha toccato con mano la realpolitik delle partecipate del Comune di Catania. E non di una qualsiasi, avendo ricoperto il ruolo di presidente della Multiservizi, la società che tra i suoi compiti ha quello di gestire la manutenzione del verde pubblico e delle strade. Un ruolo difficile, soprattutto nel 2013, al momento del suo insediamento, ma che, a detta di molti, il giovane legale ha ricoperto risanando la situazione interna e, anche per questo, ottenendo il favore dei suoi dipendenti

Un'esperienza che, come spiega in questa lunga intervista rilasciata a CataniaToday, gli ha permesso da un lato di "capire il reale funzionamento della cosa pubblica" e, dall'altro, di "instaurare ottimi rapporti con i rappresentanti della giunta guidata da Enzo Bianco, con i consiglieri di maggioranza, ma anche con quelli di opposizione". Una sfida che arriva oggi dopo l'addio a palazzo degli Elefanti di Luigi Bosco, neo assessore regionale, grazie anche alla primogenitura del gruppo di Sicilia Futura, i cui volti, a livello regionale, sono quelli del deputato regionale Nicola D'Agostino e dell'Ad di Sac Nico Torrisi. Tra le deleghe assegnate dal sindaco Enzo Bianco, ci sono Infrastrutture e grandi opere, Servizi cimiteriali (Una volta affidati a Saro D'Agata), Protezione civile, Risparmio energetico e Catania città sicura.

Assessore, come si sente in questo nuovo ruolo?

"Per me è un grandissimo onore fare parte di questa giunta, io sono sempre stato un liberale di sinistra e la mia parte politica è sicuramente questa amministrazione. Con Nico Torrisi, con Luca Blasi e con i consiglieri comunali è nato un feeling di intenti e siamo riusciti in questo bel risultato. Entro oggi in una giunta come tecnico, senza aderire a nessuno partito". 

Come valuta entrare proprio in questo momento, a pochi mesi dalla conclusione della sindacatura e dopo l'esperienza di Luigi Bosco? 

"Il paragone tra me e Luigi Bosco è disarmante, perché è molto a favore suo. Lui è un tecnico di chiara fama, riconosciuta da tutti, c'è però una cosa che io oggi ho mentre lui non aveva. Ovvero un rapporto con l'assessorato regionale estremamente forte perché oggi proprio lui ricopre questo ufficio delicato e importante. Un'opportunità che mi consente di partire con una marcia in più. Naturalmente è una battuta, però può essere davvero un vantaggio. Io sono convinto che l'assessore ai Lavori pubblici sia una figura che deve avere la pazienza, l'ostinazione, e in qualche maniera la rassegnazione di fare capire alle persone e alla comunità che si amministra che è necessario lavorare più per il lungo periodo che per il breve. Le regole che l'ordinamento giuridico detta per i lavori pubblici prevedono una fase di reperimento dei fondi, una di progettazione, quella di gara, di inizio lavori, di consegna, poi infine del collaudo. Insomma, voglio dire, un procedimento estramamente burocratico che deve essere portato avanti da persone che hanno visione, non da 'scattisti', da gente con il passo lungo".

In che senso? 

"Oggi abbiamo la fortuna che su Catania questa amministrazione, grazie anche all'aiuto del governo nazionale, ha investito una quantità di risorse impressionante. Avremo due miliardi di euro di lavori che se gestiti bene e se fatti in modo giusto, possono portare nel giro di un lasso di tempo di 5-6 anni, al cambiamento radicale della città. Stanno per essere messe a bando o progettate delle opere che realmente possono cambiare Catania. Già l'abbiamo visto, sul versante della mobilità, con i primi cantieri sbloccati della metropolitana. L'impatto di un investimento come quello del Patto per la Sicilia porterà sicuramente una boccata d'aria su progetti come quelli degli orti urbani, o della pista ciclabile, sull'aeroporto. Qui non c'è in gioco il futuro della giunta Bianco, ma quello della città". 

Cosa potrebbe cambiare, concretamente, dal punto di vista delle opere? 

"Sicuramente nel breve periodo possono sbloccare lavorativamente questa città. Sono miliardi che arrivano per le imprese, negli appalti. Oggi dicevamo con il Sindaco che il prossimo assessore ai lavori pubblici, potrebbe senza fare nulla, passare da un'inaugurazione all'altra. Si deve continuare con le cose già fatte, ma per essere più concreti, una cosa che viene subito in mente è quella di continuare l'ottimo lavoro fatto da Bosco sull'adeguamento antisismico. Si deve attrezzare la città in questo senso, per tutti gli altri punti nevralgici ho bisogno di parlare con i dirigenti e capire meglio".

Lei arriva oggi alla fine del mandato elettorale di Enzo Bianco, cosa ne pensa? Ha operato bene fino a oggi? 

"Dopo anni di oggettiva difficoltà del Paese e della città, sentita soprattutto dai giovani, Catania oggi sta meglio. Non credo che ci siano dubbi che la città sia migliorata rispetto a quando è arrivato lui, io posso testimoniare sui settori di cui mi sono occupato. Accontentare tutti non è semplice, anzi è impossibile, ma tanto è stato fatto. Ci sono ancora tante cose da fare, problemi da risolvere, però credo che l'amministrazione e un governo nazionale che ha riportato il Sud al centro dell'attenzione, possa aver fatto bene". 

Le cose di cui stiamo parlando però sono sempre puntate sul centro storico. Che fine hanno fatto le periferie?

"Attualmente c'è un grosso investimento su San Giovanni Galermo, che sarà stravolto grazie ai fondi. Posso testimoniare l'impatto simbolico degli orti urbani a Librino anche se, com'è logico, se vediamo questo tipo di opere nel complesso, rispetto ai problemi dei quartieri, sembrano minori. Io non sono fuori dal mondo, è evidente però che se non si cominciano a mettere le mollichine non arriveremo mai al pezzo di pane. Dobbiamo ricostruire la casa dalle fondamenta, considerando tutte le sue parti, non solo il salone buono". 

Come sono, in conclusione, i rapporti con il Consiglio comunale? 

"In questi anni ho avuto modo di collaborre con tutti, sia della maggioranza che con l'opposizione. Io sono uno abbastanza focoso, ma in molti casi ho potuto riscontrare l'onestà intellettuale di lavorare insieme per la città e, in questo senso, trovare la sintesi è più semplice. Tante persone lavorano per progetti diversi, ma la diversità a mio avviso è ricchezza. Molti provvedimenti per esempio sono passati anche grazie all'opposizione, anche chi è stato ipercritico alla fine ha avuto un comportamento di buon senso". 

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