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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Legalità e criminalità informatica, La Bella (polizia postale): “Danni sull'economia in aumento"

L’aumento esponenziale dei reati commessi on-line, negli ultimi anni, ha fatto logicamente crescere in modo considerevole i proventi del cybercrime. A spiegarci meglio la situazione è il comandante Marcello La Bella, dirigente della polizia postale "Sicilia orientale" di Catania

L’aumento esponenziale dei reati commessi on-line, soprattutto negli ultimi anni, ha fatto logicamente crescere in modo considerevole i proventi del cybercrime. Quantificarli non è semplice ma una idea possiamo dedurla leggendo l’ultimo rapporto del Clusit, l’associazione italiana per la sicurezza informatica, che si avvale anche della collaborazione della polizia postale, secondo cui le perdite a livello mondiale stimate nel 2021, solo per le falle della sicurezza informatica, ammonterebbero a 6 trilioni di dollari con danni per oltre il 6% del pil mondiale. Escludendo, da queste cifre, i proventi di altre condotte illecite realizzate on-line, quali la vendita di droga, la pedopornografia ed altro. Dati che indicano come il contrasto del cybercrime sia una emergenza non solo nazionale ma mondiale. Di questa necessità il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ne ha avvertito da tempo l'importanza, potenziando e riorganizzando la polizia postale, reparto specialistico della polizia di Stato. Con una legge specifica, in particolare, è stata istituita una Direzione centrale per la sicurezza cibernetica in cui confluiranno i reparti della polizia postale. A spiegarci meglio la situazione è il comandante Marcello La Bella, primo dirigente della polizia di Stato in servizio presso il compartimento polizia postale “Sicilia orientale” di Catania.

“Purtroppo, il web, così come la vita reale, offre svariate opportunità ai criminali e, inoltre, le azioni delittuose realizzate on-line sono più amplificate e consentono di raggiungere con facilità una vasta moltitudine di utenti/vittime - commenta La Bella - Esiste, è chiaro, una parte di internet, dei suoi servizi, utilizzati per scopi illeciti ma questo non deve mai farci dimenticare le potenzialità positive ed i benefici di questo strumento per la comunità così come per il singolo e per la crescita di un Paese”.

Alcune piattaforme online autorevoli e rispettabili, anche se involontariamente, spesso sono terreno fertile per truffe e crimini vari...

"Non vi è alcuna complicità tra piattaforme di servizi internet legali ed il crimine. Tra l’altro la maggior parte delle piattaforme, anche se estere, collaborano con la polizia postale. Può accadere che i criminali sfruttino alcune piattaforme quale strumento per commettere delitti ma questo, ovviamente, avviene all’insaputa del gestore. Ad esempio, è noto come alcuni social siano utilizzati per condotte di adescamento e ricatti sessuali, il 'sex extorsion', ma ciò non si traduce in una collusione del gestore che quando ne viene a conoscenza interviene anche collaborando con la polizia”. 

​E in merito alle piattaforme online che offrono la possibilità di acquisire "malware", dati sensibili e personali, password o servizi illegali in genere? 

“Queste sono le piattaforme esistenti nel 'dark web' poiché nel web 'visibile' gli strumenti per poter intervenire sono spesso più semplici ed immediati. In alcune piattaforme del dark web si offrono o si vendono molti di questi 'prodotti', ma anche in questi settori la nostra azione investigativa, come polizia postale, non viene meno, in particolare sfruttando la possibilità che la legge consente di operare come agenti sotto copertura. Ricordiamo che tempo fa sul dark web vi era una piattaforma nota come 'Silk Road'. Su quel portale vi sono state diverse investigazioni di polizia fin tanto che non si è giunti alla definitiva chiusura ed all’arresto da parte della polizia statunitense del suo gestore”.

C'è una maggiore "professionalizzazione" della criminalità informatica? 

“Il ricorso al 'dark web' da parte dei criminali è sempre più frequente, così come l’utilizzo delle criptovalute per le transazioni illecite, e questo, unitamente ad un più accurato utilizzo di programmi e modalità sofisticate per l’anonimizzazione delle condotte e per le intrusioni abusive nei sistemi informatici, è un esempio di come la criminalità si sia evoluta e guardi sempre più al web come terreno importante per i suoi profitti”. 

I profitti criminali informatici vengono poi riciclati, spesi e reinvestiti...

“È chiaro che quando si realizzano ingenti guadagni illeciti vi è la necessità da parte dell’organizzazione criminale di reinvestire larga parte di questi proventi. Ed a questo fenomeno non si sottraggono nemmeno i criminali che operano su internet”. 

Entrate che superano spesso quelle delle società e imprese legittime e in regola? ​

“È logico ritenere, alla luce degli ingenti guadagni, che vi siano organizzazioni di cybercriminali i cui profitti illeciti superano quelli leciti di alcune grosse aziende. Questo dato rafforza la necessità di un contrasto sempre più forte ed efficace al cybercrime, necessario anche in considerazione del fatto che i proventi del crimine informatico sono risorse sottratte all’economia ed ai cittadini onesti”. 

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