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Cronaca

Rifiuti, Sorbello (Legambiente): "Ci vuole ottimismo per la differenziata ma serve più impegno per i cambiamenti climatici"

Emergenza rifiuti, incendi devastanti e alluvioni. Negli ultimi mesi – sotto il profilo ambientale – a Catania si è avuto l’epicentro di un vero e proprio disastro che ha radici lontane e che sembra ancora non avere trovato soluzioni efficaci. L'esponente ambientalista traccia un quadro d'azione per il futuro

Emergenza rifiuti, incendi devastanti e alluvioni. Negli ultimi mesi – sotto il profilo ambientale – a Catania si è avuto l’epicentro di un vero e proprio disastro che ha radici lontane e che sembra ancora non avere trovato soluzioni efficaci. Eppur qualcosa - finalmente, nella città che ha avuto bandi inadeguati e percentuali di raccolta differenziata irrisorie – inizia a muoversi. Con l’ennesima saturazione delle discariche e con i rifiuti non raccolti il sindaco ha annunciato l’avvio, nel breve periodo, della raccolta differenziata in tutta la città. Una rivoluzione copernicana che potrebbe, perlomeno, evitare di saturare le discariche e quindi di rivedere la città invasa da montagne di immondizia comportando così un risparmio per il Comune e indiscussi vantaggi all’ambiente. Dell’emergenza rifiuti ma anche dei tanti temi del dissesto idrogeologico abbiamo parlato con la presidente del circolo di Catania di Legambiente, l’avvocato Viola Sorbello.

- La raccolta differenziata in tutta la città sarà una grande “prova”, anche e soprattutto a livello organizzativo. Saremo pronti a questa sfida che verrà iniziata in tempi così brevi per via dell’attuale emergenza?

“Il porta a porta con l’eliminazione dei cassonetti è l’unico percorso da seguire per migliorare le percentuali di differenziata e ottenere una raccolta di qualità, indicato anche dalla Unione Europea. Sta alle pubbliche amministrazioni renderlo operativo. La nostra città è in forte ritardo ed occorre recuperare il tempo perduto. Di certo occorre gestire questo percorso nei suoi vari passaggi: dalla distribuzione dei mastelli sino alla parte informativa. Il tempo è molto ristretto e ci ritroveremo a breve senza cassonetti. L'auspicio è che le tre aziende che gestiscono i tre diversi lotti di Catania utilizzino criteri omogenei di raccolta per evitare di far confondere i cittadini che abitano in zone differenti. Ma anche che gli amministratori siano in grado di gestire questa fase che in genere richiede molto tempo e che i cittadini siano disponibili nella collaborazione. Noi come Legambiente ci siamo e ci saremo e abbiamo dato la nostra piena disponibilità”.

- Negli altri Comuni ove si è partiti con l’eliminazione dei cassonetti si sono fatte lunghe campagne di comunicazione. L’urgenza della decisione potrebbe compromettere il regolare avvio della differenziata in città?

“Certo. Ma è una scelta obbligata che va a tutela della salute, dell’ambiente e dell’ordine pubblico. Ritengo che sia essenziale una corretta comunicazione e il Comune dovrà usare tutti i mezzi disponibili, dai social sino alla stampa passando per video e campagne informative massicce. Occorre velocizzare la distribuzione dei mastelli e potenziare i CCR (centri comunali di raccolta), ad esempio estendendo gli orari di apertura al pubblico per rendere i conferimenti comodi anche per chi lavora. Accanto ad essi occorre potenziare i centri di raccolta mobili e di prossimità. Tutti i centri di raccolta devono essere dotati di una bilancia pesa rifiuti e di un sistema che consenta di avere concreti sgravi in bolletta per il cittadino. Al momento a Catania vi è una Tari altissima e gli sgravi sono di soli 7 cent al chilo, che è una cifra irrisoria. Poi nel medio periodo dovremmo arrivare ad avere almeno una decina di isole ecologiche, di modo che ce ne sia una in ogni quartiere della città.  Infine la comunicazione e la formazione saranno importantissimi: abbiamo dato, con altre associazioni, la disponibilità per realizzare percorsi con le scuole, con le parrocchie e anche nei consigli di quartiere”.

- Circa tre mesi facevamo i conti con l’emergenza incendi mentre da poco abbiamo superata quella relativa alle alluvioni. Nell’immediatezza sono tante le parole della politica regionale e nazionale per cercare di risolvere i problemi ma in concreto cosa si è fatto e, soprattutto, cosa non si è fatto sinora?

“Si parla molto di canale di gronda ad esempio, ma non può essere certo una soluzione risolutiva. Può attenuare il problema e sono d’accordo sul fatto che occorre potenziare tali strutture ma se non siamo consci che queste catastrofi siano figlie dei cambiamenti climatici non andiamo da nessuna parte. Occorrono politiche che lavorino sul contrasto ai cambiamenti climatici. Come si fa? Piantumando alberi, riducendo gli sprechi energetici, usando le rinnovabili, spingendo sulla mobilità sostenibile, riducendo le coltivazioni e gli allevamenti intensivi. Gli scienziati suggeriscono questi rimedi per contrastare i cambiamenti climatici ed occorre ascoltarli e ripensare le città e gli stili di vita individuali. Noi abbiamo dato il nostro contributo alla sensibilizzazione dei cittadini e degli amministratori…”

- Ad esempio con il progetto 100 Alberi per Catania?

“Sì, ma si tratta di un progetto simbolico che deve avere un seguito nelle politiche degli amministratori. Occorre intercettare fondi europei, che vi sono, per riforestare la città. Il consumo di suolo è altissimo, le strade sono impermeabilizzate e quindi gli allagamenti sono sempre più frequenti. Faccio degli esempi concreti: ripensare la realizzazione di progetti come il centro direzionale che si vuole realizzare a Cibali e convertirlo in un progetto che preveda un grande parco, la cittadella della giustizia dovrebbe essere un’area verde dinanzi al mare, palazzoni abbandonati e inutilizzati dovrebbero far posto a zone verdi. Si dovrebbe ragionare in termini ambientali in una città che è senza piano regolatore, senza sistema fognario e che si è espansa senza una vera pianificazione. Ci si deve muovere seguendo gli esempi virtuosi, che pure esistono nelle città italiane ed europee: non dobbiamo inventare nulla”.

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