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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Licenziamenti al Cara di Mineo, Caltagirone: "Morte per il territorio"

Approvata dal Consiglio comunale di Caltagirone una mozione a tutela dei lavoratori. Con l'avvio il primo ottobre della nuova gestione, si è abbattuta la scure dei licenziamenti, con 160 dei 299 rimasti a casa

Una mozione per la tutela dei livelli occupazionali al Cara di Mineo, il centro di accoglienza per richiedenti asilo su cui, con l'avvio il primo ottobre della nuova gestione, si è abbattuta la scure dei licenziamenti, con 160 dei 299 lavoratori rimasti a casa. Ad approvarla è stato, durante la seduta di ieri sera, il Consiglio comunale di Caltagirone.

"Nel 2011 il Governo decise di insediare, nel territorio di Mineo, il più grande centro d'accoglienza d'Europa destinato ai richiedenti asilo, incurante dell'allora protesta dei sindaci e di una larga fascia della popolazione locale - si legge nel documento -. Oggi, a distanza di circa 7 anni, lo stesso governo, con le scelte compiute con la nuova gara d'appalto - in un clima generale di ostilità all'accoglienza -, sta decretando la morte di un intero territorio".

"Con il nuovo capitolato d'appalto, infatti -prosegue la mozione-, si risparmia solo sulla voce del personale, ridotto di due terzi, decidendo in maniera scellerata di rinunciare alla compresenza degli operatori in turno e azzerando tutti i servizi di integrazione sociale. Oggi, non conoscendo ancora quale impatto avrà la nuova gestione sulla convivenza degli ospiti nel centro, il nostro territorio rischia gravi problemi di ordine pubblico e sicurezza, ma di sicuro, a causa dei pesanti licenziamenti in corso, l'economia del Calatino - Sud- Simeto sarà fortemente impoverita".

La mozione impegna il sindaco e la Giunta affinché chiedano al Governo nazionale, tra le altre cose, la salvaguardia dei lavoratori, il ripristino dei servizi essenziali utili all'integrazione dei migranti nel territorio, ammortizzatori straordinari in deroga a beneficio dei lavoratori licenziati e l'istituzione di una 'zona franca speciale' o di una 'no tax zone', che preveda "sgravi fiscali e contributivi per almeno 10 anni, compensativa dello stato di depressione economica che oggi la scelta del Governo sta determinando nel territorio dei 15 comuni del comprensorio".

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