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Cronaca

Madre e figlia si fingevano assistenti sociali e derubavano gli anziani

Si fingevano assistenti sociali, conoscenti o impiegate del Comune e riuscivano, con vari raggiri, a carpire la fiducia delle vittime e farsi accogliere nelle loro abitazioni dove, con diversi stratagemmi, si appropriavano di denaro in contanti e di oggetti in oro

Nella giornata di ieri, personale del commissariato “Nesima“, ha dato esecuzione ad un'ordinanza del Tribunale di Catania di reiterazione della misura cautelare degli arresti domiciliari a carico di Fortunata Sesta, classe 1987. Lo scorso 9 novembre era stata arrestata dagli operatori del commissariato insieme alla madre Giovanna Resizzi Scalora, classe 1966 (quest’ultima, invece, era stata condotta in carcere).

Le due donne appartenenti all‘etnia dei “camminanti“, si erano rese responsabili in concorso di numerosi furti aggravati e di una rapina. I delitti erano stati programmati e consumati con spregiudicatezza, in modo seriale e in un brevissimo lasso di tempo, ai danni di soggetti anziani o affetti da patologie e quindi in condizioni di minorata difesa.

Si fingevano assistenti sociali, conoscenti o impiegate del Comune e riuscivano, con vari raggiri, a carpire la fiducia delle vittime e farsi accogliere nelle loro abitazioni dove, con diversi stratagemmi, si appropriavano di denaro in contanti e di oggetti in oro.

Qualora venivano scoperte dai malcapitati mentre frugavano nei cassetti, agivano con violenza. Lo scorso 2 dicembre, Fortunata Sesta era stata rimessa in libertà dal Tribunale del Riesame a causa della nullità di un atto. Il Gip, stante la sussistenza del quadro accusatorio, formalizzato a seguito dell’attività investigativa condotta dal Commissariato, ha riconosciuto la pericolosità della donna accogliendo l’istanza del Pm che chiedeva di adottare nuovamente un’ordinanza restrittiva a carico della Sesta. La donna è stata arrestata dai poliziotti del Commissariato Nesima e posta agli arresti domiciliari, disposti a ragione della recente maternità.

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