Le mani della mafia sugli appalti pubblici, arrestati due affiliati al clan Laudani
In carcere sono finiti Rosario Russo di 25 anni e Francesco Confalone di 36 anni di Malvagna (Messina) ma residente in Germania. I due arrestati sono considerati "elementi di spicco del clan Ragaglia-Sangani
Le mani della mafia sugli appalti pubblici a Messina: i carabinieri hanno arrestato due persone. Le manette sono scattate a Castiglione di Sicilia, e nella Repubblica Federale Tedesca attraverso il coinvolgimento dei canali di cooperazione internazionale di polizia.
In carcere sono finiti Rosario Russo di 25 anni e Francesco Confalone di 36 anni di Malvagna (Messina) ma residente in Germania. I due arrestati sono considerati "elementi di spicco del clan Ragaglia-Sangani affiliato alla consorteria Laudani ed egemone nella frazione nord-orientale dell'area sub-etnea, come dicono gli inquirenti.
Il provvedimento cautelare è scaturito da una complessa attività d'indagine, convenzionalmente denominata ''Porto franco", svolta dai militari della compagnia dei carabinieri di Taormina attraverso l'utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali, che hanno permesso di riscontrare un grave quadro indiziario, nel quale i soggetti Russo e Confalone emergono come "responsabili di tentata estorsione con l'aggravante del metodo mafioso".
Le indagini hanno preso origine da una denuncia, sporta nel febbraio 2016 presso la stazione dei carabinieri di Malvagna, dal responsabile di cantiere della società di Paternò che si era aggiudicata l'appalto pubblico (per un importo di 630.332,36 euro) relativo ai lavori di completamento della circonvallazione del centro abitato di Malvagna.