Traffico di droga gestito da Cosa nostra, processo "Skanderberg": 54 condanne
Il blitz dei carabinieri era avvenuto nel 2020 che aveva visto indagate 101 persone, accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, con l'aggravante del metodo e della finalità mafiosa
Sentenza di condanna per 54 imputati del processo "Skanderberg", dopo il blitz dei carabinieri avvenuto nel 2020 che aveva visto indagate 101 persone, accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, con l'aggravante del metodo e della finalità mafiosa, e per detenzione illegale e porto di armi da fuoco.
Dodici erano le piazze attive, alimentate da un sistema più che collaudato. La cocaina, sempre più richiesta, era acquistata da grossisti calabresi e campani ad un prezzo base di 40mila euro al chilo, per essere poi rivenduta a 60 mila. Veniva poi custodita in abitazioni private e poi portata in mani sicure dai galoppini. Depositi difficili da individuare tra gli interminabili palazzoni a schiera delle vie Capo Passero, Egadi, Ustica e Pantelleria, in cui ogni angolo è sorvegliato da occhi attenti e telecamere.
Il Gup Carlo Cannella ha, così, condannato Lorenzo Michele Schillaci - considerato il referente del gruppo santapaoliano - a 16 anni, riconosciute le attenuanti generiche vista "l'ammissione e la dissociazione da Cosa nostra". Venti anni a Mario Maurizio Calabretta e Giuseppe Sapuppo. Diciotto anni e sei mesi di reclusione per Giambattista Spampinato e quattordici anni per Alessandro Di Pasquale.
Il Gup ha ance ordinato "la confisca delle armi in sequestro e la trasmissione alla competente direzione di artiglieria con facoltà di distruzione; la confisca e distruzione della sostanza stupefacente; la la confisca delle somme di denaro in sequestro".
Le indagini erano state condotte dai carabinieri dall’ottobre 2018 al maggio 2019, con intercettazioni ambientali e video, ed era stato fondamentale l'utilizzo delle dichiarazioni di due recenti collaboratori di giustizia: Dario Caruana e Silvio Corra. Quest' ultimo, in particolare, è l'uomo che ha sostituito Schillaci come responsabile del clan Nizza, fornendo agli inquirenti un contributo decisivo per la ricostruzione delle dinamiche mafiose.