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Cronaca

Sequestro di beni per 15 milioni di euro ad affiliati clan Santapaola- Ercolano

Misura di prevenzione del sequestro di beni mobili ed immobili nonchè rapporti bancari direttamente e indirettamente riconducibili ad Aiello Alfio Maria ed Oliva Pasquale

La sezione misure di prevenzione del Tribunale di Catania, su richiesta della locale Dda, che ha coordinato le relative indagini compiute dal Ros - Sezione Anticrimine di Catania, ha disposto la misura di prevenzione del sequestro di beni mobili ed immobili nonchè rapporti bancari direttamente e indirettamente riconducibili ad Aiello Alfio Maria ed Oliva Pasquale.

I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Catania stanno dando esecuzione alla misura. Il provvedimento, trova il suo fondamento nelle risultanze emerse negli ambiti delle investigazioni denominate Iblis e Caronte, le quali hanno consentito, negli ultimi anni, di disarticolare importanti componenti di cosa nostra operanti a Catania e provincia e riconducibili alla famiglia Santapaola- Ercolano, tra i quali emergono gli stessi Aiello Alfio Maria ed Oliva Pasquale.

Aiello, condannato in primo grado dal Tribunale di Catania nell’ambito del processo Iblis alla pena di anni 12 e mesi 4 di reclusione per i reati di partecipazione ad associazione mafiosa e per intestazione fittizia di quote societarie e di immobili, condanna poi confermata in appello, è da ultimo stato tratto in arresto nell’ambito dell’indagine "Caronte" perché accusato di essersi adoperato, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, unitamente al fratello Aiello Vincenzo Maria e ad Ercolano Vincenzo Enrico Augusto, anch’essi destinatari del medesimo provvedimento cautelare, ad intestare fittiziamente le quote della Società Servizi Autostrade Del Mare a soggetti terzi.

Il medesimo contesto investigativo Iblis è altresì alla base del provvedimento oggi eseguito nei confronti di Oliva Pasquale, le cui risultanze, sostenute dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia (Barbagallo Ignazio, La Causa Santo, Di Fazio Umberto, Mirabile Giuseppe e Mirabile Paolo), hanno consentito di delinearne il suo ruolo apicale nell’organizzazione mafiosa cosa nostra etnea e, specificatamente, nell’articolazione territoriale di Ramacca.

In considerazione di tali risultanze veniva condannato dal Tribunale di Catania – IV^ Sez. Penale - alla pena di anni 18 di reclusione per i reati di partecipazione ad associazione mafiosa ed estorsione aggravata. Il sequestro, nel suo complesso, ha per oggetto beni mobili, immobili e società per un valore stimato in circa 15.000.000,00 euro.

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