Anche il marchio Marella Ferrera tra i capi contraffatti
Anche la stilista catanese Marella Ferrera è stata "contraffatta". Scoperto un desposito che commercializzava alcuni capi con il suo marchio
Anche la stilista catanese Marella Ferrera è stata "contraffatta". E' stato, infatti, scoperto un desposito che commercializzava alcuni capi d’abbigliamento ed accessori da donna con il marchio contraffatto della stilista.
I Carabinieri della Compagnia di Gravina di Catania, dopo la denuncia presentata dalla stilista, hanno avviato una serrata attività informativa e, nella serata di ieri, in via Brescia a San Giovanni Galermo hanno individuato il magazzino ove venivano custoditi tutti i manufatti.
Nel corso della perquisizione locale, infatti, i militari hanno rinvenuto 245 beauty da viaggio con marchio MF “ Marella Ferrera”, 4220 pochette da viaggio per donna con marchio MF, 1360 borsa da viaggio “Hand Bag” con marchio MF, 1620 sciarpe con targhetta MF, tutti perfettamente conservati e pronti per essere immessi sul mercato; inoltre il responsabile del deposito, un catanese incensurato, che è stato denunciato per commercio di prodotti con segni falsi, si accaparrava la clientela anche mediante un sito internet dove venivano pubblicizzati i prodotti con i relativi cataloghi di riferimento.
Gli inquirenti stanno avviando le procedure per oscurare il sito, in modo da impedire la vendita via web di oggetti palesemente falsi. La merce rinvenuta è stata posta in sequestro, in attesa di effettuare più approfonditi accertamenti; inoltre la stilista, che ha visionato i campionari sequestrati, ha già confermato che si tratta di modelli falsi.
I Carabinieri stanno svolgendo ulteriori verifiche sul deposito, in quanto all’interno sono stati trovati anche altri accessori da uomo e da donna di altre note griffe italiane e straniere (Alviero Martini, Parker, Capucci, Basile, Gian Marco Venturi) verosimilmente contraffatte, per cui sarà necessario certificare anche per i restanti prodotti la loro autenticità.
I prodotti trovati avrebbero potuto fruttare sul mercato oltre 80.000 euro con un danno d’immagine per la casa di moda molto rilevante.