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Cronaca

Mare: Goletta Verde "boccia" la foce dell'Alcantara, Aci Trezza ed Aci Castello

In Sicilia ci sono ben 5 foci di fiumi oltre i limiti di legge e altre 4 spiagge dove l’acqua risulta inquinata

Le acque delle coste della Sicilia sono state sotto la lente d’ingrandimento dei volontari e delle volontarie di Goletta Verde dal 6 all’8 luglio: 24 punti campionati di cui 6 fortemente inquinati e 3 risultati inquinati. Ben 9 campioni hanno fatto rilevare parametri di inquinamento oltre i limiti di legge. Questi i numeri del bilancio finale delle analisi sulla qualità delle acque dei mari che bagnano la costa siciliana.

Sono 9 i campioni risultati oltre i limiti di legge: tra questi il lungomare di Acitrezza ed Aci Castello, inquinati dagli scarichi fognari, e la foce dell'Alcantara tra Calatabiano e Giardini Naxos. Gli altri sono: la foce del fiume Delia a Mazara del Vallo (Trapani), la foce del torrente Cansalamone nel comune di Sciacca (Agrigento), la foce del fiume Palma nel Comune di Palma di Montechiaro (Agrigento), la spiaggia presso lo scarico del depuratore a Castelvetrano (Trapani). Gli altri 3 punti giudicati invece Inquinati da Goletta verde sono la foce del Nocella tra Terrasini e Trappeto a Palermo, la spiaggia presso il torrente Rizzuto a Butera (Caltanissetta) e la spiaggia presso la foce del Gattano a Gela (Caltanissetta).

“I dati rilevati da Goletta Verde in Sicilia ci dicono che lo stato delle acque della nostra costa non è per niente roseo - dichiara Claudia Casa, direttrice di Legambiente Sicilia - ed a preoccuparci non sono solo gli alti livelli di inquinamento, ma lo stato di abbandono di alcuni tratti e il fatto che gli stessi punti risultano inquinati da più di dieci anni. Ci sono ben 5 foci di fiumi oltre i limiti di legge e altre 4 spiagge dove l’acqua risulta inquinata. In questa black list rientrano alcuni punti che Legambiente conosce a menadito perchè, praticamente da circa dieci anni, sono presenti in questo triste elenco. Ad esempio la foce dell'Alcantara dal 2010 è sempre risultata inquinata, dal 2011 la foce del Gattano e dal 2013 il tratto di mare dove sfociano reflui fognari ad Aci Trezza. Al di là dei numeri il dato più sconcertante resta lo stato di arretratezza del servizio di depurazione dei reflui, basti pensare che il report siciliano di Goletta Verde ci mostra come la maggioranza dei punti analizzati, 19 su 24, non vengono monitorati dalle autorità preposte. Questo dato riflette per lo più la situazione dei comuni dell’entroterra. L’Italia è già stata condannata e costretta a pagare una multa salatissima per il mancato efficientamento degli impianti di depurazione, e la regione Sicilia ha un peso specifico in questa vicenda: un terzo degli agglomerati italiani risultati fuori legge insistono nella regione siciliana. Il 75% degli agglomerati regionali sono in procedura di infrazione, si tratta di 251 agglomerati non conformi alla direttiva europea sui reflui, con impianti che servono oltre 6,9 milioni di abitanti equivalenti. In Sicilia il servizio di fognatura è assente in 25 comuni (il 6,4%), dove vivono oltre 320mila persone residenti. Inoltre un comune su cinque (il 20,5%) in Sicilia, dove vive il 14% della popolazione, è privo del servizio di depurazione. Stiamo parlando di oltre 660mila persone in 80 comuni (dati Istat 2018). “Il nostro viaggio è iniziato da ormai tre settimane e lo ripetiamo ad ogni tappa, Goletta Verde non vuole sostituirsi alle autorità che hanno il compito di verificare la qualità delle acque ma in Sicilia occorre fare un doveroso distinguo – dichiara Stefano Raimondi, portavoce di Goletta Verde - Nella maggioranza dei punti campionati e monitorati dai volontari e dalle volontarie di Legambiente il controllo è pressoché assente, ci auguriamo che i risultati delle analisi di Goletta possano essere un motivo in più per correre ai ripari da parte degli enti preposti. Dobbiamo ricordare che l’Italia ha già subìto quattro procedure di infrazione di cui due sfociate in condanne e multe per il mancato allineamento alla direttiva europea sui reflui. Risorse che, invece, potrebbero essere investite nell’adeguamento degli impianti di depurazione per una maggiore tutela della salute e dell’ambiente. La Sicilia è un patrimonio culturale, naturalistico e ambientale da non disperdere in grado di esprimere assolute eccellenze nel panorama del nostro Paese, occorre uno sforzo in più da parte di tutti per preservarne la biodiversità, superare i problemi legati a dissesto idrogeologico, desertificazione e consumo di suolo”.

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