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Cronaca

Maxi sequestro a esponente di spicco del clan Cappello, le precisazioni del legale

In merito al sequestro eseguito nei confronti di Santo Strano - provvedimento emesso su richiesta della Procura dal Tribunale di Catania, sezione misure di prevenzione - il suo legale l'avvocato Francesco Antille fa alcune precisazioni

In merito al sequestro eseguito nei confronti di Santo Strano - provvedimento emesso su richiesta della Procura dal Tribunale di Catania, sezione misure di prevenzione - il suo legale l'avvocato Francesco Antille con una nota precisa che "l’immobile sequestrato (ex proprietà case popolari di Catania) era stato già sequestrato in precedenza diversi anni fa ed è gravato da mutuo non pagato da molto tempo ed è soggetto ad esecuzione immobiliare. Inoltre, la ditta Strano Santo è inattiva da molti anni e priva di valore".  Per quanto riguarda l’attività lavorativa rivendita cialde di caffè della moglie di Strano, il legale precisa che "è stata aperta dopo anni dalla incarcerazione che è stato arrestato sette anni fa, mentre l’attività ha avuto inizio da circa un triennio e l'utile è limitato alla differenza tra il comperato e il venduto. Non ci sono stati investimenti di sorta nè acquisti di attrezzature perché le scatole di cartone con le cialde vengono posate per terra e lì sono state rinvenute. Si tratta di una piccola bottega di proprietà dell’Istituto case popolari al cui interno in una decina di metri quadrati sono state rinvenute le poche scatole cartonate con prodotti per caffè del valore di circa 200 € ed una cassa con circa 100 € più o meno e salvo migliori conteggi".

Inoltre, il legale precisa che "presso i conti bancari della signora Strano e dei suoi congiunti sono state rinvenute solo le modestissime somme derivanti dalla regolare busta paga del figlio che lavora con assunzione tracciata e le elargizioni statali del bonus bebè e dell’assistenza familiare (né moglie né figli sono stati mai neppure indagati per i fatti attribuiti a Strano). In queste ore è in corso la richiesta al tribunale etneo di restituzione di tali somme e delle relative carte di appoggio e rapporti bancari. Si tratta di cespiti che nulla hanno a che vedere con Strano Santo e di assoluta legittima provenienza".

"Va pure rilevato che la signora Strano e i figli estranei a tutte le vicende del congiunto, hanno sempre lavorato con correttezza e nel rispetto delle prescrizioni normative - continua l'avvocato -Deve precisarsi ancora che Strano Santo è ancora in attesa di giudizio per le vicende catanesi (non è stato celebrato neppure il giudizio in cassazione) relative al presunto traffico di droga nonché per la partecipazione qualificata al cosiddetto gruppo Cappello essendo passata in giudicato solo la sentenza della corte di Assise di Caltanissetta che lo assolse integralmente dalla strage di Catenanuova e lo censurò solo per il fatto associativo sentenza confermata in appello contro cui non ha proposto impugnazione neppure l’organo di accusa di quella sede".

"Quanto a taluni gioielli rinvenuti e consegnati spontaneamente da Strano al momento della cattura circa sette anni fa e non certo ritrovati oggi - conclude la nota -va precisato che non si tratta di merce rubata ne' collegata ad illeciti. La stessa procura della Repubblica di Caltanissetta e giudici di Caltanissetta non hanno mai ne' avanzato ne' disposto la loro confisca. Lo conferma il decreto di sequestro del tribunale di Catania di cui è stata data notizia. Si tratta di beni ricevuti nel tempo che nulla hanno a che vedere con le imputazioni da cui è raggiunto Strano sino ad oggi. L’udienza in cui si tratterà ciò sarà tenuto il 22 dicembre di quest’anno e la difesa produrrà quanto necessario per chiarire anche questo residuale aspetto del caso".

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