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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Mazzarrone

Da Mazzarrone un appello per il ministro Bellanova: "Prezzo garantito o uva al macero"

“Le aziende lamentano una remunerazione che non copre i costi di produzione, complicando i problemi che depauperano la redditività della viticoltura”. Ad affermarlo con forza è il responsabile della Uila di Mazzarrone, Salvatore Secolo

“Le aziende lamentano una remunerazione che non copre i costi di produzione, complicando i problemi che depauperano la redditività della viticoltura”. Ad affermarlo con forza è il responsabile della Uila d Mazzarrone, Salvatore Secolo, sindacalista e già consigliere comunale, secondo il quale “le inefficienze della filiera dell’uva da tavola stanno mettendo in crisi un comparto strategico per l’agricoltura italiana, danneggiando esclusivamente agricoltori".

La campagna 2020 si è rivelata molto complessa nelle principali regioni produttrici del Paese, Sicilia e Puglia che rappresentano il 90% dei 46.000 ettari coltivati in Italia. E molto spesso i produttori sono costretti a lasciare sulle piante i prodotti del loro lavoro e dei loro sacrifici. Oppure devono portare la propria uva da tavola al macero, dove viene pagata quel poco che basta per rifarsi delle spese sostenute solo per la raccolta, se non di meno.

"E’ per questo motivo –aggiunge Salvatore Secolo- da Mazzarrone, città considerata ‘capitale dell’uva da tavola” che gode del marchio IGP… ho deciso di lanciare un accorato appello al Ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, e alle varie istituzioni competenti in ogni Regione italiana, per dare intanto maggior vigore alla campagna di promozione istituzionale per l’uva da tavola e poi per chiedere di attivarsi allo scopo di ‘risarcire’ tutti quei produttori di uva da tavola che sono costretti loro malgrado di portarla al macero, resa invendibile dalle inattese avversità atmosferiche o dalle disastrose malattie che imperversano in agricoltura. I produttori agricoli potrebbero godere di un piccolo aiuto economico che lo Stato dovrebbe offrire, per ogni chilogrammo di uva da tavola portato al macero o lasciata sulla pianta, comunque opportunamente documentata".

"L’incentivo –sostiene il responsabile della Uila di Mazzarrone- dovrebbe essere almeno pari a 0,35 centesimi di euro al chilogrammo. Questo ritengo che sia il giusto ‘risarcimento’ in favore dei produttori d’uva che ricevono invece devono accontentarsi di una remunerazione molto bassa, che non permette neanche di coprire le spese per la campagna, lavorando sottocosto e senza un giusto compenso, tanto da rischiare il collasso economico. Insomma ci sono altri buoni motivi per i quali si richiede l’intervento ‘risarcitorio’ dello Stato e delle istituzioni regionali competenti: per recuperare almeno le spese affrontate per la produzione; permettere ai produttori di uva da tavola di essere così competitivi e non essere tagliati fuori dal mercato; evitare il conseguente diffondersi del deprecabile e triste fenomeno del caporalato, certamente alimentato da produttori e aziende che ahimè, purtroppo, pur di essere competitivi ricorrono a forme di illegalità per avere manodopera sottocosto, come tante aziende già fanno, anche estere, riducendo all’osso i costi del personale impiegato".

Poi ha concluso: "Auspico che la sensibilità di coloro che rappresentano le istituzioni a livello nazionale, regionale e locale, possa sortire il giusto interesse verso la categoria dei produttori agricoli dell’uva da tavola, che si aspettano da tanto tempo opportune iniziative in tal senso, soprattutto di natura legislativa ed economica, finalizzate anche a far uscire dalla crisi intere realtà aziendali e famigliari che hanno fondato la loro attività lavorativa sulla tanto decantata, ma penalizzata, agricoltura italiana”.

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