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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Non dichiarano attività privata, sospesi medici del Garibaldi e del Vittorio

In particolare, i due medici hanno omesso di comunicare ai rispettivi ospedali presso cui erano in servizio di svolgere attività libero professionale "extramoenia" presso studi associati privati, inducendo così in errore i predetti enti nella corresponsione delle specifiche indennità previste

Questa mattina, la Guardia di Finanza di Catania ha concluso un’operazione di servizio a tutela della spesa sanitaria. Le Fiamme Gialle  hanno eseguito un provvedimento di divieto ad esercitare la professione sanitaria nei confronti di due medici. L’ordinanza,  disposta  dal Giudice per le indagini preliminari, ha previsto anche il sequestro di somme di denaro per un valore di circa 100.000 euro.

L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania, ha coinvolto due professionisti: uno dipendente  dal presidio ospedaliero “Garibaldi”,  e un altro in servizio presso l’azienda ospedaliera “Vittorio Emanuele” di Catania.

In particolare, i due medici hanno omesso di comunicare ai rispettivi ospedali presso cui erano in servizio di svolgere attività libero professionale “extramoenia” presso studi associati privati, inducendo così in errore i predetti enti nella corresponsione delle specifiche indennità previste per coloro che svolgono la professione medica in regime di esclusività con il Servizio Sanitario Nazionale.

L’importo complessivo indebitamente percepito è stato quantificato per un medico in euro 46.000 circa e per l’altro  in euro 54.000 circa.

Agli indagati è stato contestato il reato di truffa, con le aggravanti di aver commesso il fatto in danno di un ente  pubblico, di aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante entità e di aver commesso il fatto con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione.

Nei confronti dei professionisti è stato eseguito il sequestro preventivo per equivalente delle somme giacenti sui conti correnti per un valore corrispondente al profitto dei delitti contestati.

Dei fatti sono state informate, inoltre, le aziende ospedaliere interessate, le quali hanno  proceduto, per la parte di loro competenza, all’applicazione della misura della sospensione del rapporto di dipendenza nei riguardi dei medici per il periodo di due mesi.

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