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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Migranti tenuti in ostaggio dentro appartamenti: tra loro anche minorenni

Scoperta un'organizzazione criminale dedita al traffico di migranti somali che si occupava di prelevare dai centri di accoglienza i somali arrivati in Italia clandestinamente a seguito degli sbarchi, trasferirli a Catania e collocarli all'interno di appartamenti

Scoperta un'organizzazione criminale dedita al traffico di migranti somali che si occupava di prelevare dai centri di accoglienza i somali arrivati in Italia clandestinamente a seguito degli sbarchi, trasferirli a Catania e collocarli all’interno di appartamenti. Qui, "prigionieri", venivano trattenuti in attesa che le rispettive famiglie, contattate telefonicamente, pagassero somme di denaro per la prosecuzione del viaggio verso la destinazione desiderata, in Italia o in altri Paesi europei.

VIDEO - Ecco la 'prigione' dei migranti

Sono 13 le persone, gravemente indiziate dei reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il fermo è stato concretamente eseguito nei confronti di: ABI ISMAIL Adam (del 1992), ADAM Mohamud Mahamed (del 1991), NOUR ABDI Mohamed (del 1987), ABDULLAHI GURE Dahir (del 1989), MAHAMUD FARAH Yassin (del 1987), PANDETTA Salvatore (del 1954), LONGHITANO Sebastiano (del 1952). 

VIDEO - Gli arrestati in Questura

Proseguono le ricerche degli altri sei indagati destinatari del provvedimento, allo stato irreperibili. Il fermo è stato disposto all’esito di un’articolata attività investigativa condotta nell’arco temporale ottobre 2015 - maggio 2016, a seguito di segnalazione effettuata il 10 ottobre 2015 da una donna somala, residente a Milano. La donna aveva denunciato il sequestro di un minore somalo tenuto segregato a Catania da alcuni connazionali che, per il suo rilascio, attendevano dai familiari della vittima il pagamento di una somma di danaro. 

procuratore-2VIDEO- Il commento del Procuratore

TRATTA DI MIGRANTI, LA PROCEDURA - Nel corso delle indagini, grazie ad intercettazioni telefoniche, è emerso che in particolare gli indagati somali monitoravano costantemente i flussi migratori e, immediatamente dopo gli sbarchi clandestini, inviavano un proprio emissario presso i centri di accoglienza ubicati nel territorio delle province della Sicilia e della Calabria. Le famiglie dei migranti somali versavano la cifra richiesta dagli associati mediante accredito su carte prepagate o mediante il sistema di pagamento denominato “Hawala”. Parte del denaro ricevuto veniva utilizzato per l’acquisto dei biglietti per i mezzi di trasporto e di documenti contraffatti necessari a consentire ai migranti clandestini di muoversi liberamente sul territorio dello Stato italiano e/o di Stati Esteri.

L'ASSOCIAZIONE CRIMINALE - L’associazione per delinquere oggetto di indagine aveva una ripartizione dei ruoli e dei compiti non rigida né verticistica, in quanto tutti gli associati si dedicavano alle mansioni di volta in volta necessarie per proseguire l’attività criminosa, fatta eccezione per i due indagati italiani Pandetta e Longhitano che mettevano stabilmente a disposizione del gruppo un costante servizio di trasporto tramite le proprie autovetture.

GLI APPARTAMENTI A CATANIA - Sono stati individuati a Catania e nell’hinterland del capoluogo 9 appartamenti utilizzati come centri di raccolta all’interno dei quali, dall’inizio delle indagini, sono state trattenute diverse decine di cittadini somali. Al momento dell’esecuzione del fermo, in seguito ad appositi controlli effettuati all’interno di alcune delle abitazioni già individuate nel corso delle indagini, sono stati rintracciati 37 cittadini somali, di cui tre minorenni, in ordine ai quali sono in corso mirati approfondimenti investigativi. In particolare, all’interno di un’abitazione in via Testulla sono stati rintracciati 10 cittadini somali, di cui tre minorenni, questi ultimi risultati irregolari sul territorio nazionale. Nella circostanza sono stati rilevati univoci e concordanti indizi di reità a carico del cittadino somalo ALI ABDI Abshir - che aveva la disponibilità dell’appartamento - il quale è stato posto in stato di fermo di indiziato di delitto per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Alla fase esecutiva hanno fornito un notevole contributo il Servizio di Polizia Scientifica e diversi equipaggi della Questura di Catania. 

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