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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Morte Nicole, ridotta a 5 mesi la sospensione dei medici: restano gli unici indagati

Per i tre medici indagati resta l'ipotesi di reato di omicidio colposo. Il gip di Catania, lo scorso 27 luglio, li aveva sospesi dalla professione medica per 10 mesi. Archiviata invece la posizione dell'operatore del 118 e della responsabile della struttura, degli anestesisti e dei neonatologi che erano in servizio al Policlinico e Santo Bambino

Su richiesta della Procura, il gip di Catania, lo scorso 27 luglio, li aveva sospesi dalla professione medica per 10 mesi: si tratta del neonatologo Antonio Di Pasquale, la ginecologa Maria Ausilia Palermo e l'anestesista Giovanni Alessandro Gibiino. Il Tribunale del Riesame etneo ha invece deciso di ridurre da 10 a 5 mesi la sospensione della professione per i tre medici, i quali restano però gli unico indagati per omicidio colposo e falso ideologico per la morte della piccola Nicole Di Pietro la neonata morta lo scorso 12 febbraio scorso, poche ore dopo la nascita avvenuta nella clinica Gibiino, mentre stava per essere trasferita in ambulanza a Ragusa, perchè per lei non c'era posto nelle Utin di Catania e Siracusa.

Dal prossimo 27 dicembre, potranno così tornare in servizio. Il Riesame, con il suo provvedimento, ha annullato l'ordinanza del Gip relativamente a tre falsi su quattro che sarebbero stati realizzati dai medici. Resta contestato un esame sulla natalità eseguito dopo il parto. Questo, secondo i giudici, "ridimensiona nella sua gravità il quadro accusatorio". Per i tre medici indagati resta l'ipotesi di reato di omicidio colposo.

Il Gip Gaetana Bernabò Di Stefano, accogliendo la richiesta dei Pm Alessandra Tasciotti e Angelo Brugaletta, ha invece disposto l'archiviazione delle posizioni dell'operatore del 118 Vincenzo Mirabile e della responsabile della struttura, Isabella Bartoli, degli anestesisti Sebastiano Ventura e Adolfo Tomarchio e dei neonatologi Salvatore Cilauro e Alessandro Rodonò, che erano in servizio negli ospedali Policlinico e Santo Bambino di Catania.

"Gli eventuali disservizi nella gestione delle emergenze neonatali - hanno scritto i magistrati della Procura nella richiesta di archiviazione - riguardano profili più ampi, attinenti alle carenze organizzative della sanità nazionale e locale non imputabili a singoli individui".

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