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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Napolitano a Catania, il discorso del presidente dell’Anas Pietro Ciucci

"Il ringraziamento sentito che porgo al Capo dello Stato non è formale ma si richiama alla costante attenzione che il Presidente della Repubblica pone alla valorizzazione dei principi costituzionali"

Desidero innanzitutto ringraziare la città di Catania e il suo sindaco, l’onorevole Enzo Bianco, uno dei protagonisti del rinnovamento della Sicilia e del Mezzogiorno d’Italia, per la possibilità che mi è stata concessa di intervenire a questo importante convegno, in occasione della visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al quale rivolgo un deferente saluto.

Il ringraziamento sentito che porgo al Capo dello Stato non è formale ma si richiama alla costante attenzione che il Presidente della Repubblica pone alla valorizzazione dei principi costituzionali, al rafforzamento delle istituzioni democratiche e ai temi della crescita e dello sviluppo economico, ribaditi anche nel suo recente messaggio al Parlamento Europeo.

L’Anas - che ho l’onore di rappresentare – è la prima stazione appaltante del Paese, con oltre 100 cantieri di nuove opere stradali in via di realizzazione e con più di 300 cantieri per manutenzione straordinaria, con una capacità di realizzazione e di spesa che negli ultimi anni ha superato i 3 miliardi di euro annui.
Nel corso di oltre 80 anni di attività, l’Anas ha sempre avuto un forte legame con la storia del Paese ed anche nei momenti di difficoltà è stata in grado di raccogliere le aspirazioni e le sollecitazioni che venivano dai territori. E non ha mai mancato di portare il suo contributo nelle emergenze che ha vissuto la Nazione, anche al di fuori delle proprie competenze di gestione stradale.

Questa capacità e disponibilità all’ascolto ci ha permesso di poter proporre ai rappresentanti delle istituzioni locali la costruzione di infrastrutture ‘produttive’ per la collettività perché inserite in un sistema di collegamenti mirati all’efficienza, così evitando lo spreco di risorse pubbliche e realizzando opere di interesse generale.

Superare il localismo significa ragionare in termini di aree e di distretti, connettendo le reti, i sistemi e le aree produttive al servizio le une delle altre, come ad esempio il collegamento veloce Agrigento-Caltanissetta, che consentirà di mettere in connessione le aree dell’industria della pesca e del turismo della Valle dei Templi con l’hub aeroportuale di Catania attraverso l’Autostrada Palermo-Catania e quindi legando la Sicilia Occidentale con quella Orientale.

Intervenire in termini di aree di distretto è importante, perché i limiti alla crescita del Mezzogiorno continuano ad essere legati al suo isolamento: la ridotta mobilità interregionale, o addirittura regionale, è un oggettivo limite agli scambi, pesa sullo sviluppo economico delle imprese, condiziona l’innovazione ed ostacola la mobilità sociale, indispensabile per la crescita culturale e motivazionale.

Nel Mezzogiorno, le principali cause della perdita di competitività del sistema Paese (ridotta dimensione delle imprese, scarsa dotazione infrastrutturale, bassa spesa per ricerca e innovazione, ecc.), producono degli effetti moltiplicatori: nel periodo 2007-2012 vi è stato, infatti, al Sud un crollo degli investimenti industriali del 47%, contro il 21,4% del Centro-Nord . 
Siamo pronti – al massimo delle nostre competenze – a dare un contributo alla creazione di poli intermodali e di snodi produttivi – cosiddette Aree Vaste (fra cui quella catanese e della Sicilia orientale) - che diventino motori di sviluppo e sappiano attingere dal proprio territorio risorse e forze di lavoro.

E’ necessario però intervenire progettando e realizzando le connessioni intermodali di ‘ultimo miglio’, ma soprattutto operando in un contesto di stabilità della legislazione in materia di infrastrutture.

I Governi nazionali che si sono succeduti nel corso degli ultimi anni hanno avvertito la necessità di interventi legislativi volti a modificare, dopo 20 anni, la Legge Merloni. Si è così giunti al codice dei contratti pubblici, come più volte aggiornato, che rappresenta un valido strumento normativo e regolatorio, ma ha – a nostro avviso – bisogno di alcune modifiche, quali, ad esempio, una maggiore valorizzazione del livello di qualità delle opere, svincolato dalle rigidità formali contenute nelle modalità di aggiudicazione dell’appalto che favoriscono le offerte con il massimo ribasso; modalità che hanno, spesso, comportato l’affidamento delle opere ad imprese non “adeguate” tecnicamente e finanziariamente, con ritardi nei tempi di completamento dei lavori.

Una tale modifica - che potrebbe essere introdotta in occasione del recepimento delle nuove Direttive comunitarie in materia di appalti - sarebbe per di più coerente con la necessità di una semplificazione e con il superamento di un sistema normativo e regolamentare che si è andato evolvendo ma che continua a mantenere una diffidenza verso le stazioni appaltanti. Un sentimento di sospetto che è auspicabile poter superare grazie a regole diverse che fluidifichino le procedure - in considerazione anche delle dimensioni e dell’organizzazione delle stazioni appaltanti - conservando livelli di controllo certi.

Pur vivendo un’epoca caratterizzata da scarsità di risorse, noi guardiamo al presente e al futuro con l’ottimismo di chi, cosciente delle grandi potenzialità della Nazione, vuole contribuire con il suo impegno a superare l’attuale crisi. Crediamo che la razionalizzazione delle risorse, la forte semplificazione delle procedure, il risparmio dei tempi, permetteranno un innalzamento della qualità, soprattutto in termini di progettazione, realizzando opere che hanno per obiettivo la sola utilità per l’utente e il rispetto dell’ambiente.

Si tratta di una grande sfida che l’Anas è pronta ad affrontare grazie all’efficientamento strutturale e finanziario messo in atto dalla Società. 

Superando la precedente situazione finanziaria di grave dissesto, a partire dal 2006 l’Anas ha chiuso in attivo i suoi bilanci e ha continuato a garantire i lavori e la manutenzione su tutta la rete in gestione, nonostante la crisi di risorse e le numerose modifiche che ha subito la sua missione negli ultimi anni.

Oggi grazie all’impegno del Governo e del Parlamento, l’Anas è tornata ad essere una concessionaria a pieno titolo della propria rete stradale e autostradale (25.000 km.) mentre il ruolo di concedente è rimasto in capo al Ministero competente.

Con i suoi oltre 6.000 dipendenti l’Anas è quindi fra le principali realtà economiche e imprenditoriali dell’Italia. 

Attualmente, tra lavori in corso o di prossimo avvio, abbiamo investimenti per 12 miliardi di Euro. 
Molto di questo impegno è rivolto all’ammodernamento della rete stradale e autostradale siciliana di nostra competenza che ha uno sviluppo di 4.100 km, pari al 20% della rete di interesse nazionale.

Il totale di investimenti complessivi a partire dal 2006, per lavori realizzati, in corso e programmati sulla nostra rete in Sicilia è pari a oltre 8 miliardi di euro. Grazie a questi investimenti, abbiamo realizzato opere come la nuova autostrada Catania-Siracusa e l’ammodernamento della Strada Statale 284 “Occidentale Etnea”, lungo l’itinerario Adrano–Bronte.

Gli investimenti in corso nella regione ammontano a oltre 2,3 miliardi di euro, mentre quelli di prossimo avvio sono pari a 1 miliardo di euro; i lavori programmati valgono complessivamente oltre 4 miliardi di euro. A questi bisogna aggiungere la nuova autostrada Ragusa-Catania, opera da realizzare con gara di finanza di progetto, a suo tempo avviata da Anas, il cui importo complessivo è pari a oltre 800 milioni di euro. Tra gli studi di progettazione in corso, è previsto il potenziamento della tangenziale di Catania, con la realizzazione di una terza corsia ovvero di nuovo anello per i paesi Etnei.  

E’ nostro intendimento proseguire quindi in questo impegno volto alla modernizzazione della rete infrastrutturale siciliana, ponendo allo stesso tempo la massima attenzione non solo alla qualità delle opere ma anche al tema della sicurezza sul lavoro e al mantenimento della legalità. Investire in infrastrutture significa altresì offrire occasioni di lavoro e contribuire in maniera determinante alla ripresa economica del nostro Paese.

Intendiamo continuare a collaborare con i rappresentanti delle istituzioni locali siciliane e dell’intero Mezzogiorno perché spetta a loro, in piena libertà assieme al Governo nazionale, indicarci le priorità e le necessità degli interventi da realizzare.
Perché siamo convinti, citando le parole scritte dal meridionalista Guido Dorso, che: «Se il Mezzogiorno non distruggerà le cause della sua inferiorità da se stesso, con la sua libera iniziativa e seguendo l'esempio dei suoi figli migliori, tutto sarà inutile...» .

L’Anas è quindi pronta a collaborare alle libere iniziative degli uomini e delle Istituzioni del Mezzogiorno.

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