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Nasce il comitato avvocati per il si al referendum del 17 aprile

Attraverso il referendum del 17 aprile i cittadini possono esprimere il proprio dissenso ad uno sviluppo che oltre ad essere dannoso per l’ambiente

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di CataniaToday

Una recente sentenza del Tribunale Permanente dei Popoli tratta del fondamentale ruolo dei cittadini come primi custodi del territorio nel quale abitano. Il Tribunale Permanente, in particolare, sottolinea come l'art. 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani laddove prescrive che gli uomini debbano comportarsi con spirito di Fratellanza introduce un principio che ha una valenza anche transgenerazionale. Proprio questo legame di fratellanza con le generazioni future ci impone di agire tramandando un territorio quanto più possibile integro, salubre e vivibile. Il ruolo di garantire l'integrità del territorio spetta ai cittadini che al riguardo hanno un fondamentale ruolo di controllo anche rispetto all'operato dei governi, spesso troppo preoccupati a realizzare politiche economiche di breve periodo, per valutare gli effetti nel lungo periodo di queste stesse politiche.

In Italia ne abbiamo numerosi esempi. Basti pensare al polo petrolchimico di Augusta in Sicilia, o Porto Marghera a Venezia, oggi in gran parte improduttivi e dimessi ma che hanno distrutto in maniera irreversibile territori inestimabili: la costiera del mito greco, così come lo sfondo della laguna di Venezia, e che oggi avrebbero avuto un valore turistico inimmaginabile creando, per contro danni enormi alla salute dei cittadini. Si tratta di politiche miopi ed irresponsabili che hanno prodotto un vantaggio economico nel breve periodo e che sono invece disastrose se valutate in un'ottica di lungo periodo. Solo i cittadini possono, attraverso strumenti di democrazia diretta, svolgere l'importante ruolo di custodi del proprio territorio. Attraverso il referendum del 17 aprile i cittadini possono esprimere il proprio dissenso ad uno sviluppo che oltre ad essere dannoso per l’ambiente, non è neanche conveniente da un punto di vista economico. Le riserve di petrolio e gas stimate nei nostri mari equivalgono a pochi mesi di fabbisogno energetico. L’unica vera strada percorribile è quella dell’investimento nelle energie rinnovabili Le modalità di ricerca del petrolio al di là di sempre possibili incidenti sono effettuate utilizzando l’air gun, ovvero spari di aria compressa che generano onde che “leggono” il sottosuolo. Alcuni cetacei e alcune specie di pesce vengono danneggiati con lesioni e perdita dell’udito a causa dell’air gun.

Le royalties ( che sono comunque basse ) vengono incassate dallo Stato in relazione al valore del petrolio estratto e non quindi all’impatto ambientale che si crea. Votando Si’ al referendum si permetterà che le concessioni alle compagnie petrolifere, che già hanno trivellato i fondali per estrarre gas e petrolio, non abbiano durata illimitata nel tempo. Abbiamo tutti il dovere di preservare la biodiversità del nostro mare e restituirlo alla sua funzione di habitat naturale di specie animali e vegetali, e valorizzarlo come risorsa per un’economia pulita e sostenibile. Dobbiamo essere noi i custodi del territorio, opponendoci a politici, governanti e speculatori che non hanno alcuna idea di futuro. Come cittadini dobbiamo, anche controllare l'applicazione dei nostri valori costituzionali che vedono la tutela del territorio e del paesaggio (Art. 9) e quella della salute, (32 e segg.) sovraordinate ai rapporti economici contemplati dagli artt. 35 e segg. della Costituzione. Per questo come cittadini ma anche come Avvocati, per rispetto alla Costituzione, andremo a votare e voteremo Si.

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