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Cronaca

"Nella provincia catanese la sanità è allo sfascio", è l'allarme lanciato da FSI Catania

Nel disegno della sanità di Catania e del proprio territorio, la segreteria territoriale FSI di Catania non condivide, in maniera netta i contenuti degli atti aziendali e della rideterminazione delle dotazioni organiche definite dalle Aziende Ospedaliere e dalla ASP di Catania

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di CataniaToday

Vista la recente bocciatura della rete ospedaliera siciliana da parte del Ministero della Salute, nonostante l’Assessore regionale della Salute Gucciardi stia cercando di “mettere una pezza” a Roma, il Ministro Lorenzin ritiene preoccupanti le criticità riscontrate nelle programmazione sanitaria regionale, di fatto non è stato rispettato quanto disposto dalla Legge Balduzzi e dalle linee guida assessoriali regionali. Nel disegno della sanità di Catania e del proprio territorio, la segreteria territoriale FSI di Catania non condivide, in maniera netta i contenuti degli atti aziendali e della rideterminazione delle dotazioni organiche definite dalle Aziende Ospedaliere e dalla ASP di Catania. Pur avendo, in breve tempo, cercato di apportare suggerimenti e proposte, le stesse anche se discusse sono state tutte disattese. "Il personale sanitario previsto dopo un blocco epocale del turn-over, subisce uno stop, dopo gli sbandierati concorsi e stabilizzazioni, tutto a danno dei cittadini e dei loro bisogni di salute e assistenza. Le politiche sanitarie, adottate fino ad oggi a Catania, hanno prodotto e fornito ai cittadini una sanità mediocre in ambito Ospedaliero e scarsa in ambito Territoriale", dichiara Vincenzo Messina, segretario territoriale Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti.

"Nella provincia catanese la sanità è allo sfascio - commenta Calogero Coniglio, coordinatore Fsi-Cni- La rete delle emergenze fa acqua da tutte le parti. Ma i milioni di euro spesi per realizzare il San Marco e il pronto soccorso del Policlinico con i soldi dei cittadini, come li giustificano? Un furto ai cittadini! Il caos aumenta, la qualità della risposta sanitaria diminuisce drammaticamente, gli sprechi milionari continuano, mentre le nuove emergenze vengono dimenticate, come le psichiatrie e i pronto soccorso". "Si muore per assenza di assistenza - continua Coniglio- in particolar modo non parte l’assistenza territoriale con la figura dell’infermiere di famiglia e le persone non riescono a farsi curare perché i ticket sono troppo alti e le liste d’attesa sono troppo lunghe".

"Ancora una volta, saranno i cittadini e il personale sanitario le vittime del sistema. Un sistema che vede aumentare sempre più la spesa complessiva, ma che resta al palo sia per le lunghe lista di attesa che per la qualità dei servizi offerti", interviene Emilio Benincasa Coordinatore FSI Sanità privata. La FSI chiede, all’Assessore alla Salute, tavoli tecnici a livello territoriale con le organizzazioni sindacali affinché di concerto si possa disegnare una salute pubblica che è bene primario e perseguire l’obiettivo comune, ossia quello di prevenire, diagnosticare, curare e restituire alla vita sociale il maggior numero di persone. "Desideriamo una sanità diversa - continua Benincasa -da quella che emerge nel territorio di Catania. Una sanità che dia il giusto peso e il giusto riconoscimento a tutti gli operatori e che sia percepita dai cittadini come un valore aggiunto. Noi siamo per una sanità senza padrini e senza padroni”. "Come organizzazione sindacale ci appresteremo a costruire un percorso condiviso con i cittadini per contrastare il tramonto della sanità e se non saremo ancora considerati, mobiliteremo le nostre forze, con proteste nelle varie Aziende", conclude Coniglio.

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