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Cronaca

Blitz Casalesi, arrestato il re delle slot machine Antonio Padovani

E' lui ad attivarsi insieme a Vincenzo La Ventura, altro indagato referente del clan, per infiltrarsi in aree territorialmente non interessate da fenomeni mafiosi, acquisendo il controllo di sale bingo senza disporre apparentemente di capitali

Convergenza di interessi tra clan dei Casalesi e mafia legata al boss Nitto Santapaola in acquisizioni societarie in varie regioni di Italia, per riciclare in sale da gioco capitali illeciti.

E' quanto emerge dall'inchiesta Normandia 2, nata da quella che nel 2010 portò a 16 arresti nel clan dei Casalesi, e che oggi con l'operazione "Rischiatutto" ha visto la notifica di 55 misure cautelari, una delle quali per il figlio del boss Francesco Schiavone, Nicola, già in carcere.

L'inchiesta ha riunito 3 diversi filoni investigativi, uno affidato al Ros, uno della Squadra Mobile di Frosinone e uno dei finanzieri di Aversa.

Proprio dalle indagini su una sala bingo di Ferentino, sequestrata oggi insieme ad un'altra nel frusinate, attraverso intercettazioni, pedinamenti e accertamenti bancari, spunta il nome di Antonio Padovani, catanese già coinvolto in inchieste del Ros sugli investimenti della camorra in Emilia Romagna, considerato l'anello di congiunzione tra Casalesi e la mafia di Nitto Santapaola.

E' lui, pure destinatario ora di provvedimento restrittivo, ad attivarsi insieme a Vincenzo La Ventura, altro indagato referente del clan, per infiltrarsi in aree territorialmente non interessate da fenomeni mafiosi, acquisendo il controllo di sale bingo senza disporre apparentemente di capitali. Da questo filone di inchiesta sequestri per 200 milioni di euro tra Lazio, Campania, Toscana, Sicilia e Sardegna. 

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