La chiesa dell'immacolata di San Gregorio ha una nuova cappella
La cappella nasce nella tromba dove originariamente vi era la corda per suonare la campana, i lati sono rimasti a nudo per richiamare la costruzione antica
Ieri, lunedì dell’Angelo e festa del Santo Patrono Gregorio Magno, nella chiesa dell’Immacolata al Piano di San Gregorio è stata inaugurata una cappella costruita, decorata e donata dalla famiglia di Cosimo, Salvatore e Seby Sgroi.
All’inaugurazione, avvenuta davanti a tanti fedeli e benedetta dal parroco don Ezio Coco, anche il primo cittadino, Carmelo Corsaro che ha apprezzato molto "questo gesto pieno di significato, d’amore e di fede – ha detto -, verso il Cristo e verso la nostra cittadina".
Il Cristo alla colonna o meglio Ecce Homo, statua in carta pesta dell’Ottocento di autore anonimo, non aveva una sua collocazione e rischiava di essere relegato in un angolo.
"Ora ha trovato la giusta collocazione – ha commentato soddisfatto don Ezio Coco - Seby Sgroi ha realizzato un’opera che non rivoluziona lo stile architettonico preesistente della chiesa ma che ben si amalgama in tutto l’insieme. Sono grato alla famiglia Sgroi – ha concluso - per il bel gesto che ha fatto a favore della chiesa dell’Immacolata; un bene che resterà alla comunità sangregorese".
L’altare dove è posto l’Ecce Homo è stato realizzato in marmo bianco di Carrara, in verde Guatemala e rosso sant’Agata richiamando con stile gli stessi colori che ornano gli altari preesistenti. La cappella nasce nella tromba dove originariamente vi era la corda per suonare la campana, i lati sono rimasti a nudo per richiamare la costruzione antica, (la chiesa è stata costruita nel 1750) e il pavimento in cotto antico. A seguito della costruzione del nuovo campanile, in stile moderno e che fa a pugni con lo stile settecentesco, la campana fu eliminata e il vano era stato utilizzato come locale di sgombro.
"Ringrazio don Ezio Coco, il sindaco, tutta la Giunta e il Consiglio comunale – ha esordito Seby Sgroi che è anche vicesindaco -. Il nostro gesto testimonia la grande vicinanza della famiglia Sgroi al territorio. È un’idea che con don Ezio ci portiamo dietro da diversi anni - ha spiegato Sgori - ma impegni lavorativi e personali non ci hanno permesso di realizzare. Oggi – ha concluso - ci onoriamo di quest’opera perché arricchisce la chiesa dell’Immacolata, recupera un’opera artistico-religiosa di notevole importanza e riporta la collettività a confrontarsi con la sofferenza del Cristo flagellato".