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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Giovane uccisa nel Veronese, presunto omicida etneo le avrebbe messo uno straccio con candeggina in bocca

Emergono nuovi dettagli sul femminicidio che domenica ha scosso il lago di Garda e la provincia di Verona. Mercoledì verrà eseguita l'autopsia sul corpo della 27enne, che avrà il compito di stabilire le cause esatte della morte e fornire nuove informazioni agli inquirenti

Una foto con una bottiglia dall'etichetta "Il Duce" come immagine di profilo e la moto sulla quale ha vanamente cercato la fuga come copertina, nel mezzo altre immagini a petto nudo o semplicemente in maglietta e pantaloncini, oppure con l'abito, spesso sorridente e sempre in posa: tutte però piuttosto datate al periodo precedente ai suoi guai con la legge. 
38 anni, originario di Catania, Emauele Impellizzieri è l'unico indagato per l'omicidio avvenuto domenica di Chiara Ugolini, la 27enne trovata morta dal fidanzato nella loro abitazione di Calmasino. Dopo il fatto Impellizzeri ha tentato la fuga con la sua Yamaha R6 bianca, venendo però bloccato sull'A1, nella zona di Firenze, dalla Polizia Stradale: i carabinieri infatti avevano già diramato l'allerta per le ricerche, quando hanno scoperto che l'uomo non era in casa e che poco dopo il fatto aveva prelevato dei soldi al centro commerciale di Affi. E quando l'hanno raggiunto in Toscana, trovandolo con ancora addosso i segni della colluttazione avuta con la vittima, il 38enne ha deciso di confessare, fornendo la propria versione ma non il movente. 

Messa in prova

I carabinieri si sono insospettiti quando hanno saputo che l'uomo non era in casa: il 38enne infatti si trovava in regime di semi libertà dalla fine di giugno, dopo aver passato 3 anni e 8 mesi in carcere per due rapine in concorso a Mantova e Montichiari, che gli erano costate tale pena. Messa in prova con obbligo di dimora notturna nel Comune di Bardolino per tornare a lavorare in carrozzeria: dal racconto di chi lo conosceva o che comunque aveva avuto a che fare con lui, non ci sarebbero stati segnali che avrebbero potuto far pensare ad un delitto di questo tipo.  L'uomo viveva con la moglie e la figlia, ma il rapporto tra i genitori sarebbe stato oramai logoro, con i pezzi rimasti insieme soprattutto per la presenza della piccola. 

Uno straccio in bocca e l'autopsia prevista per mercoledì

Come detto, non è ancora chiaro quale sia stato il movente che ha spinto il 38enne ad arrampicarsi sul terrazzino dell'appartamento della coppia e ad introdursi nell'abitazione. Ai carabinieri avrebbero detto sapeva «dove trovarla», ma non ha specificato il perché: nessuna ipotesi viene dunque scartata, neppure quella di una violenza sessuale o di una specie vendetta. Infatti la 27enne si sarebbe intromessa in una discussione tra lui e la compagna, sentendosi dire dal 38enne: «Te la faccio pagare». 

Ansa inoltre riporta che la vittima avrebbe avuto uno straccio in bocca imbevuto di candeggina o altra sostanza corrosiva, mentre non erano presenti segni di contusione: dettaglio che minerebbe le basi della confessione dell'uomo, il quale avrebbe detto di non aver colpito la ragazza ma di averla spinta. La ragazza inoltre presentava una fuoriuscita di sangue dalla bocca, compatibile con l’ipotesi di emorragia interna. A fare luce sulle cause della morte ci penserà l'autopsia disposta dal pm Eugenia Bertini, che sarà eseguita mercoledì all'Istituto di Medicina legale del Policlinico scaligero. Dall'esame autoptico dovrebbero arrivare informazioni utili agli investigatori per verificare la versione fornita da Impellizzeri, la quale presenta ancora diverse diverse ombre. 

Fonte: VeronaSera

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