rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

La ricostruzione del delitto: per la Procura "Elena è stata uccisa dalla madre per la sua gelosia morbosa"

L'accusa contestata è omicidio pluriaggravato premeditato, in quanto già ieri la donna si sarebbe dotata di una zappa ed un badile per sotterrare il corpo della piccola in un terreno che entrambe conoscevano bene. "Un triste quadro familiare - come precisa la Procura etnea - costituito da due ex conviventi che, a prescindere dalla gestione apparentemente serena della figlia Elena, avevano allacciato nuovi legami e non apparivano rispettosi l’un l’altro”

Le indagini sulla scomparsa di Elena Del Pozzo si sono concluse tragicamente in meno di 24 ore. Bisognerà ora scavare in profondità nella mente della madre, la 23enne Martina Patti, per chiarire cosa l'ha spinta a mettere in moto una macchina di sangue e finzione. Ma per gli inquirenti il quadro è già ampiamente delineato. La gelosia ed un senso malsano di possesso avrebbero spinto la donna a premeditare e mettere a segno questo efferato omicidio, per "ritorsione" nei confronti dell'ex compagno, il 24enne Alessandro Del Pozzo. Che oggi si è recato sul luogo del ritrovamento fin dalle prime ore del mattino. Evitando in un primo momento il confronto con i cronisti e scoppiando in un più che giustificato impeto di rabbia una volta appresa la notizia del ritrovamento del cadavere, a poche centinaia di metri dalla villetta in cui un tempo lui stesso abitava.

La gelosia morbosa della madre

"Martina Patti, in particolare, non tollerava il rapporto che la bambina aveva allacciato con la nuova compagna del padre - ha spiegato il colonnello Piercarmine Sica, comandante del reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri in conferenza stampa nella caserma di piazza Verga, a Catania - anche alla luce di un contesto familiare non felice. La signora Patti aveva denunciato l'ex convivente per violenze nel 2018. Al momento escludiamo il coinvolgimento di altre persone". L'accusa contestata è omicidio pluriaggravato premeditato, in quanto già ieri la donna si sarebbe dotata di una zappa ed un badile per sotterrare il corpo della piccola in una "sciara" che entrambe conoscevano bene.

DSC_6234-2

I carabinieri della Sezioni Investigazioni Scientifiche ispezionano la villetta in cui viveva la bimba. Foto Andrea Di Grazia

La piccola Elena uccisa a coltellate e coperta con cinque sacchi neri

Non è ancora stata trovata l'arma del delitto, presumibilmente un coltello. Il corpicino era avvolto in cinque sacchi di plastica e coperto frettolosamente con della terra nuda. "Elena è stata uccisa con diverse coltellate, come dimostrano le evidenze dell'ispezione cadaverica, - precisa il comandante provinciale Rino Coppola, specificando come ancora non sia stata eseguita l'autopsia -inferte con ferocia alla nuca, alla testa ed alla parte superiore della schiena".

Dove è avvenuto l'omicidio? Questa domanda ha una risposta ancora aperta. Anche se sembra più che probabile che le mura della villetta di via Filippo Turati, a Mascalucia, abbiano molto da raccontare. Questa mattina il sopralluogo dei carabinieri del nucleo Sis è stato interrotto dalla confessione della madre, che ha reso necessario spostare uomini e mezzi in fretta e furia. La casa è attualmente sotto sequestro e nelle prossime ore arriveranno probabilmente risposte certe, una volta passati al setaccio del luminol mura e pavimenti. Il fatto di sangue è avvenuto verosimilmente tra le 13 e le 15. Ieri sera la bimba aveva dormito a casa dei nonni materni e la zia l'aveva accompagnata all'asilo. Alle 13 Martina è inquadrata dalle telecamere dell'istituto mentre preleva la piccola: sembra contenta, corre incontro alla donna. Questi sono probabilmente i suoi minuti di vita.

Schermata 2022-06-14 alle 20.05.26-2

La piccola Elena in braccio alla madre, ripresa dalle telecamere dell'asilo poco prima di compiere il delitto

Il finto rapimento che si riallaccia al passato del padre

"Intorno alle 15 un commando composto da 3 uomini incappucciati ha rapito mia figlia in via Piave, a Tremestieri". Questo, in sintesi, è quanto ha dichiarato la Patti prima ai propri genitori che hanno subito diramato un messaggio di ricerca anche sui social, e poi ai carabinieri di Mascalucia, prendendosi tutto il tempo di andare in caserma.  Invece di fare subito una chiamata dal posto. Nessun testimone, oltre lei stessa, dell'episodio. Sarebbe probabilmente bastato questo dettaglio a rendere poco credibile la sua dichiarazione, ma le incongruenze sembrano essere molte di più.

WhatsApp Image 2022-06-14 at 14.15.46-2

Il padre Alessandro Del Pozzo. Foto Andrea Di Grazia

Ha "condito" il tutto con un riferimento preciso ad un biglietto di minacce ricevuto da Alessandro Del Pozzo all'incirca un anno fa, con scritto: "non fare lo sbirro, attento a quello che fai". Il riferimento è al suo proscioglimento dall'accusa di rapina ai danni di una gioelleria catanese, che gli è costata diversi mesi di detenzione in carcere e poi ai domiciliari. Quando fu dimostrata la sua estraneità ai fatti, qualcuno gli chiese di non rivelare chi fosse realmente l'autore di quel delitto. Ed a questo dettaglio, che certamente conoscevano in pochi, si è agganciata la madre di Elena, attirando così delle ombre sul profilo dell'uomo, con alle spalle una vecchia accusa di spaccio. "Voleva incastrare mio fratello", ha commentato Martina Vanessa del Pozzo, zia paterna della vittima, parlando con i giornalisti in questa mattina assolata. Sulle sua braccia un tatuaggio con scrutto "bubu". Il soprannome che le aveva dato la bambina.

Il profilo dell'assassina

"Ha avuto sempre un disagio interiore, probabilmente legato anche ai suoi genitori che non volevano che lei uscisse, che stesse con mio figlio, - ha spiegato la nonna paterna Rosaria Testa - ma non so perchè sia arrivata a tanto. A volte aveva avuto un atteggiamento violento nei confronti di Elena, limitato però a qualche ciaffone. Nulla che potesse far pensare ad un gesto più grave". Anche se avvolta in un dolore lacerante, la signora Testa mostra compassione per Martina Patti. "Io non ce l'ho con lei, mi fa una grande pena - aggiunge, tra le lacrime". E' stata lei ad accompagnarla al suo primo giorno di grest estivo ieri mattina. "L'ho abbracciata forte, dicendole che come le voglio bene io non le vuole bene nessuno. Forse solo la madre poteva amarla allo stesso modo, ma così non è stato. La madre aveva un'ossessione per mio figlio. Non era amore. Perchè lo ha tradito, come abbiamo saputo in passato, facendo finta di niente. Adesso abbiamo avuto notizia che stava con un altro, relazione probabilmente allacciata prima di stare con Alessandro. Che nel frattempo si era rifatto una vita, conocendo una ragazza in Germania. Questo Martina non lo aveva accettato, perchè aveva capito che adesso il dominio su mio figlio non ce lo aveva più".

WhatsApp Image 2022-06-14 at 14.13.20-2

Martina Patti nei pressi della caserma dei carabinieri di Mascalucia. Foto Ansa / Orietta Scardino

La ricostruzione del suo profilo psicologico è similare anche per gli inquirenti. La procura di Catania ha condiviso in pieno questa linea, con un riferimento concreto ad  “una forma di gelosia nei confronti dell’attuale compagna dell’ex convivente". "Un triste quadro familiare - si legge ancora nella nota diffusa in conferenza stampa- costituito da due ex conviventi che, a prescindere dalla gestione apparentemente serena della figlia Elena, avevano allacciato nuovi legami e non apparivano rispettosi l’un l’altro”.

L'intervista alla nonna di Elena Del Pozzo, Rosaria Testa

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La ricostruzione del delitto: per la Procura "Elena è stata uccisa dalla madre per la sua gelosia morbosa"

CataniaToday è in caricamento