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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

L'assassina di Ylenia socialmente pericolosa? Il pm chiede l'incidente probatorio per la Pantera

Guardata a vista Daniela Agata Nicotra, in carcere per l’omicidio della 26enne messinese. Ha aggredito altre detenute e potrebbe compiere gesti autolesionistici. L’amministrazione penitenziaria ha chiesto il trasferimento in una sezione per minorati psichici

Aggredisce le altre detenute, soffre di paranoie e necessità di un monitoraggio continuo per evitare il peggio. Sta creando più di un disagio la presenza in carcere di Daniela Agata Nicotra, rinchiusa nel penitenziario di piazza Lanza per l’omicidio della 26enne messinese Ylenia Bonavera nel quartiere etneo di San Cristoforo lo scorso 10 dicembre. Il pubblico ministero ha chiesto un incidente probatorio per verificare se la 34enne “sia in grado di partecipare coscientemente al procedimento; se socialmente pericolosa e se fosse, al momento del compimento del fatto, capace di intendere e di volere, tenuto conto anche delle dichiarazioni dal lei rese il giorno successivo rispetto al compimento dei fatti nel corso dell’interrogatorio”.

Gli avvocati Vittoria Santoro e Domenico Rizzotti, hanno già nominato il consulente di parte, la dottoressa Maria Pia Cocivera nell'interesse della parte civile, la mamma di Ylenia, Anna Giorgia Piluso. La decisione del pm, dopo le relazioni arrivate dalla direzione del carcere in cui la “pantera” è ristretta, che documentano una serie di aggressioni da parte della “Pantera” nei confronti di altre detenute e comportamenti che hanno spinto l’amministrazione penitenziaria a chiedere il trasferimento in una sezione per minorati psichici e la consulenza di uno psichiatra dell’Asp di Catania anche in seguito al rischio segnalato dall’educatrice di possibili comportamenti autolesionistici e intenti suicidi. Agli atti, una diagnosi di “disturbo psicotico a carattere paranoideo in fase di scompenso, eteroaggressività e assenza di coscienza di malattia”.

L’indagata ha raccontato al medico anche di precedenti ricoveri in psichiatria e successivi controlli hanno documentato trattamenti sanitari obbligatori. Proseguono intanto le indagini parallele dei legali della famiglia per dimostrare anche la premeditazione dell’omicidio per il quale è indagata Daniela Nicotra. La donna nel verbale di interrogatorio, il giorno dopo l’omicidio, ha ammesso di aver colpito Ylenia con una coltellata alla spalla destra ma ha dichiarato di averla incontrata per caso, prima in prossimità del chiosco in via Concordia e di averla vista mentre prendeva delle birre e dopo, passando con la macchina insieme ad amiche, in via della Concordia, all’altezza di via S.Maria delle Salette.

“Avendo notato che era drogata – ha detto agli inquirenti – le ho detto mentre ero in auto sali che sei tutta mbriaca schifosa che sei? Ylenia era in auto con una sua amica trans che non so come si chiama ma la conosco come Lilli. Siamo scese tutte e due dalle auto, siamo venute alle mani. Ci siamo afferrate e lei mi ha colpito all’occhio ma non so esattamente con cosa mi ha tagliato. Non ci ho visto più e mi sono detta tra me e me ‘Sanguino io e sanguini tu’. Quindi Ylenia ha preso in mano una bottiglia di birra ed ho capito che avrebbe voluto colpirmi ed ho pensato ‘u vuoi ammazzare me, ammazzo io te’. Sono andata in auto ed ho afferrato un coltello che si trovava nel portaoggetti dello sportello anteriore destro. Quindi preso il coltello sono andata incontro a lei che mi mi venica incontro e l’ho colpita alla spalla destra. Dopo che l’ho colpita, Ylenia mi veniva incontro volendo continuare la lite, ma io sono saluta in auto e sono andata via”.

Sempre secondo l’indagata, il coltello da cucina lo portava per difesa personale, perché in passato aveva subito rapine e se n’è disfatta dopo aver colpito Ylenia durante il tragitto in auto, ma non ricorda dove. Danila Nicotra ha raccontato anche di essere stata poi alla Guardia medica per farsi consigliare sulla ferita all’occhio, ha accompagnato le amiche che erano con lei ed era andata a trovare un’altra amica che le aveva detto che Ylenia era morta per overdose consigliandole di andare a casa, dalla madre. Alla mamma, racconta inizialmente solo del litigio, poi anche di aver dato “una coltellata a una ragazza che poi era morta”. La mattina dopo apprende della morte di Ylenia anche dai giornali mentre persone del quartiere le dicono che la ragazza è morta per overdose da alcool. Nel pomeriggio viene a sapere anche dei video di alcuni passanti girati durante le fasi dell’aggressione, ma aveva comunque deciso di costituirsi perché “anche se penso sia morta per overdose mi sono comunque resa conto di averla ferita con la coltellata e che quindi avrei dovuto risponderne”. Un rapporto morboso quello fra le due donne, secondo il racconto di Daniela Nicotra definito “di complicità” e interrotto perchè “poi ho capito che non ne valeva la pena perchè spesso si drogava”. Dichiarazioni rese a caldo che lasciano più di un buco nero dal momento che anche la Nicotra ha affermato di fare uso di sostanze stupefacenti mentre dell'aggressione di Ylenia con la bottiglia, non c'è traccia nel video girato dai passanti. Ora tutto dovrà essere rivalutato anche alla luce delle perizie psichiatriche.

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