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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Operazione "Prato verde", tra gli affari droga e la "guardiania" dei terreni

Intercettazioni video e ambientali della Dia hanno permesso di scoprire anche due estorsioni: a un'area di servizio e a un noto stabilimento balneare del lungomare della Plaia. In quest'ultimo caso, hanno rivelato gli investigatori, il "pizzo" era costituito nel monopolio del parcheggio

Sedici persone condotte in carcere, otto agli arresti domiciliari, un provvedimento notificato a un indagato già detenuto e altre 27 persone denunciate in stato di libertà. E' il bilancio dell'operazione "Prato verde" della Direzione investigativa antimafia di Catania che ha disarticolato una frangia del clan dei Cappello eseguendo 25 arresti tra la Sicilia, la Lombardia, la Sicilia e la Germania. Due indagati sono al momento irreperibili.

I NOMI DEGLI ARRESTATI

Ai vertici del gruppo, secondo quanto spiegato in conferenza stampa alla presenza del direttore Dia, Arturo De Felice, c'era Agata Balsamo, detta "Tina", 47 anni, moglie del boss Orazio Privitera, condannato all'ergastolo in primo grado e detenuto in regime di 41 bis.

Era diventata lei, sostiene l'accusa, il capo del gruppo, "ereditando" la reggenza dal marito. Tra gli affari al centro dell'inchiesta, oltre allo spaccio di droga, la "guardiania" dei terreni imposta con metodi mafiosi agli agricoltori della Piana di Catania che permetteva alla cosca di controllare il territorio e truffare l'Agea 1,5 milioni di euro dal 2003 al 2013.

Operazione Prato verde

Intercettazioni video e ambientali della Dia hanno permesso di scoprire anche due estorsioni: a un'area di servizio e a un noto stabilimento balneare del lungomare della Plaia. In quest'ultimo caso, hanno rivelato gli investigatori, il "pizzo" era costituito nel monopolio del parcheggio.

BERRETTA: "DURO COLPO A CLAN PERICOLOSO"

All'inchiesta ha fornito spunti investigativi anche la collaborazione di Giacomo Cosenza, esponente di spicco del gruppo che era "chiuso" perchè costituito per la maggior parte da familiari o colleghi di attività. Tanto da fare dire a Tina Balsamo: "Ora perchè c'è la parentela fa lo spacchioso e noi ce la mettono sempre dietro"; e il suo interlocutore: "Cominciamo a sterminare, vediamo che fa dopo". Agli atti non risultano però progetti di omicidi. Le indagini della Dia sono state coordinate dal procuratore di Catania, Giovanni Salvi, e dal sostituto della Dda, Pasquale Pacifico.

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