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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Operazione antimafia "Stella cadente", 35 arresti

Sono complessivamente 35 le ordinanze di custodia cautelare, di cui 28 in carcere e 7 ai domiciliari, eseguite stamani dalla Polizia nell'ambito dell'operazione antimafia 'Stella Cadente'

Sono 35 le persone arrestate nell'ambito dell'operazione "Stella cadente", eseguita con l’ausilio del reparto Prevenzione crimine e di unità cinofile e della squadra mobile di e Catania. Contestati i reati di associazione mafiosa, finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsioni e detenzione illegale di armi. All'alba, i poliziotti hanno eseguito 28 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 7 ai domiciliari.

Dalla questura di Caltanissetta rendono noto che "sono finiti in carcere: Di Giacomo Bruno, inteso “Marlon Brando”, gelese di 44 anni; Di Giacomo Giovanni, gelese di 47 anni, già detenuto; Antonuccio Giuseppe Alessandro, gelese di 39 anni, già agli arresti domiciliari; Antonuccio Giuseppe inteso “Pallina”, gelese di 33 anni; Ajdini Mirjan inteso “Emiliano o Puci”, albanese di 32 anni, già agli arresti domiciliari; D’Antoni Luigi, gelese di 54 anni; Di Giacomo Vincenzo, gelese di 52 anni, già detenuto in una casa di lavoro; Di Giacomo Rocco, gelese di 63 anni; Di Maggio Vincenzo, gelese di 30 anni; Giaquinta Giuseppe, gelese di 28 anni; Guzzardi Luciano, catanese di 55 anni; Lauretta Emanuele, gelese di 35 anni, già detenuto; Lauretta Emanuele, gelese di 41 anni; Marchese Rosario, calatino da sempre vissuto a Gela di 33 anni, già detenuto; Marino Gaetano, gelese di 35 anni; Nastasi Giuseppe, gelese di 35 anni; Palena Nicola, gelese di 37 anni, già detenuto; Parisi Gianluca, gelese di 36 anni; Pennata Alessandro Emanuele, gelese di 36 anni; Portelli Paolo Franco, gelese di 20 anni; Romano Andrea, gelese di 25 anni; Scerra Filippo, gelese di 44 anni; Scilio Alessandro, gelese di 39 anni; Tomaselli Massimiliano inteso “Emiliano”, gelese di 38 anni; Traina Giovanni, palermitano di 44 anni, trapiantato a Gela; Truculento Giuseppe, gelese di 51 anni. Sono stati posti agli arresti domiciliari: Cammalleri Samuele Antonio, gelese di 32 anni; D’Antoni Giuseppe, gelese di 30 anni; Cosca Laura, gelese di 25 anni; Famà Aleandro, inteso Scarabeo, gelese di 23 anni; Peritore Benito, gelese di 43 anni, già detenuto; Infurna Calogero Daniele, gelese di 36 anni; Vella Giuseppe, palermitano trapiantato a Licata di 66 anni. Sono attivamente ricercati Antonuccio Salvatore inteso “orecchie di plastica”, gelese di 42 anni e Simone Gaetano, gelese di 48 anni".

L’ordinanza è stata eseguita dai poliziotti del Servizio centrale operativo della polizia, della Squadra mobile di Caltanissetta e del commissariato di Gela, con l’ausilio del reparto Prevenzione crimine e di unità cinofile di Palermo e Catania e delle Squadre mobili di Catania, Siracusa, Chieti, L’Aquila, Brescia e Cosenza. "Il gip del tribunale di Caltanissetta ha disposto, inoltre, il sequestro preventivo di alcune aziende, il cui valore - rendono noto dalla Questura di Caltanissetta - è ancora in fase di accertamento: dell’intero capitale sociale e del compendio aziendale della Cartaplastic srls, con sede legale a Gela, operante nell’ambito del commercio di saponi e detersivi e ingrosso di altri prodotti nel settore alimentare, con intestazione a Cosca Laura quale titolare delle quote; dell’intero capitale sociale e del compendio aziendale della Sweet Plastic srls, con sede legale a Gela, operante nell’ambito del commercio di saponi e detersivi e ingrosso di altri prodotti nel settore non alimentare, con intestazione a Cosca Laura quale titolare delle quote; dell’intero capitale sociale e del compendio aziendale della Malibu’ Indoor srls, con sede in Gela, che si occupa d’intrattenimento all’interno della discoteca Malibù di Gela, con intestazione di parte delle quote a D’Antoni Giuseppe". L’indagine denominata “Stella Cadente” dimostra l’esistenza e operatività dell’associazione mafiosa della Stidda nel territorio di Gela, associazione armata di spiccata pericolosità sociale. Emblematiche in questo senso risultano le intercettazioni in cui Di Giacomo Vincenzo affermava che, qualora si fosse profilata l’ipotesi di fronteggiare il clan rivale di Cosa Nostra, la Stidda poteva disporre di “500 leoni”, ossia di 500 uomini armati che avrebbero potuto scatenare l’ennesima guerra di mafia.

L'indagine ha avuto inizio nel 2014. "La Stidda capeggiata da Di Giacomo Bruno si è resa responsabile - ricostruiscono sempre dalla Questura di Caltanissetta - di una seriale attività estorsiva avvenuta attraverso il metodo dell’imposizione dei prodotti per la ristorazione e alimentari a numerosi commercianti gelesi che erano costretti ad acquistare beni, talvolta a prezzi maggiorati e in altre occasioni in quantità maggiori rispetto al loro volere, per il solo fatto che erano commercializzati dal capo mafia. Le indagini hanno consentito di fotografare, con particolare evidenza, l’ala violenta del clan, ricostruendo plurime condotte estorsive poste in essere ai danni di commercianti e imprenditori, anche avvalendosi di seriali atti di attentati incendiario diretti ai commercianti riottosi o poco propensi a sottomettersi al loro volere; alcuni di questi stessi imprenditori hanno trovato il coraggio di denunciare le estorsioni subite presso gli uffici di oolizia grazie al sostegno del presidente dell’associazione antiracket di Gela, Renzo Caponetti".

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