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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Musumeci ai ferri corti con il Governo: "No a campi di concentramento per migranti"

Il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci reputa che i centri di accoglienza siano totalmente inadeguati a garantire il necessario margine di sicurezza a causa delle condizioni di promiscuità in cui vivono gli ospiti

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha convocato questa mattina una confereza stampa al palazzo Esa di Catania per chiarire la sua posizione in merito alla recente ordinanza, annunciata lo scorso 22 agosto, che dispone entro un termine di 24 ore dalla pubblicazione ufficiale la chiusura dei centri di accoglienza per migranti presenti sull'Isola. Ieri il Viminale aveva infatti diffuso una propria nota in cui ribadiva la propria competenza in materia, impedendo di fatto lo spostamento fisico delle persone presenti nelle strutture d'accoglienza. Musumeci, in quanto soggetto attuatore per la Sicilia dell'emergenza Covid, reputa questi centri totalmente inadeguati a garantire il necessario margine di sicurezza a causa delle condizioni di promiscuità in cui vivono gli ospiti. "Ho il diritto e il dovere di agire per ciò che avviene dentro e fuori gli hotspot - ha spiegato in conferenza stampa - A meno che non siano zona franca, come le ambasciate. Noi ci stiamo occupando di emergenza sanitaria, non di migranti. Non ci interessa chi c'è li dentro, ma le condizioni in cui stanno queste persone. Se la competenza sanitaria è dello Stato, allora lo Stato è fuorilegge".

Musumeci risponde al Governo - Video

Le soluzioni del Governo

Anche se Nello Musumeci ha più volte ribadito di non voler cercare lo scontro politico, la frattura con Roma è ormai evidente e la crepa  si allarga grazie al sostegno incassato dagli alleati del centrodestra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che si sono prodigati in attestati di solidarietà e critiche aspre a Pd e Movimento 5 Stelle.  Ancora una volta, il presidente della Regione ha poi ribadito un secco "no" alla tendopoli di Vizzini. Il progetto si è attualmente fermato, ma non è detto che i lavori non ricomincino a breve. "Invece di rispondere con atti concreti sull'emergenza immigrazione, il Governo centrale trova la soluzione: creiamo campi di concentramento, che chiamano tendopoli in un deposito militare a Vizzini, abbandonato da anni. Ci troviamo con tende che ci ricordano luoghi e scene da dimenticare assolutamente".

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Gli scenari possibili

A questo punto la situazione sembra nuovamente assumere una piega squisitamente tecnica. La Regione "concede" altre 24 ore di tempo al Governo per trovare una soluzione alternativa o recepire l'ordinanza appena emanata. Tuttavia, sembra poco probabile che questa possa trovare attuazione a stretto giro. L'assessore alla Salute Ruggero Razza ha, quindi, preventivamente avviato un giro di ispezioni nei centri di permanenza temporanei per verificare, ancora una volta, lo stato di adeguamento alle recenti normative sul Covid-19 ed avvalorare la tesi dello stato di necessità. Qualora poi Roma giudicasse totalmente inattuabile la linea sposata da Musumeci, lui stesso si dice pronto a presentare ricorso, così come previsto dalla legge in questi casi.

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