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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Paga una borsa mille euro e le inviano un pacco vuoto, truffata una ragazza catanese

Ha pagato in anticipo per una borsa di lusso che non è mai arrivata. Il racconto della disavventura di una ragazza catanese, truffata da una venditrice online dalla quale ha ricevuto solo un pacco pieno di cianfrusaglie

"Tutto inizia il pomeriggio del 29 ottobre scorso quando ho contattato una signora su Subito.it dopo aver visto una bellissima borsa Chanel in vendita ad un prezzo molto buono. Sono stata un po' leggera, è vero, ma mai avrei pensato, dopo circa un mese, che sarebbe andata a finire in questo modo". Inizia così il racconto di Erika (nome di fantasia), una ragazza catanese che è stata truffata da una signora di Foggia che, dopo averla più volte rassicurata sull'originalità del prodotto da lei messo in vendita sulla nota piattaforma digitale di e-commerce dell'usato l'ha di fatto

L'annuncio della borsa e le prime rassicurazioni

"Quando ho visto la borsa ho subito scritto un messaggio privato alla signora, chiedendole spiegazioni e dettagli sul prodotto. Si trattava di una borsa, modello timeless, marca chanel, in pelle, misura media, anno 2013, al prezzo di circa mille euro. Pochi minuti dopo la stessa mi ha subito risposto dandomi tutte le informazioni che avevo richiesto e mi ha inviato tutta una serie di fotografie a comprova delll’autenticità dell’oggetto (certificato di autenticità, sacchetto antipolvere e scatola)".

"Il giorno seguente - continua Erika - lunedì 30 ottobre, insospettita ho deciso di chiamarla al telefono".  "A quale punto lei mi ha assicurato che la borsa era assolutamente originale e mi ha iniziato a parlare della sua vita privata, spiegandomi che un'insegnate di scuola materna. Un fatto che mi ha stranito - aggiunge - inoltre, è che nonostante non ci conoscessimo lei è sempre stata molto intima, affettuosa, mi chiamava con nomignoli come 'amore' e cose così".

La videochiamata

Arrivati a questo punto, ancora non convinta, Erika chiede di vedere la signora in videochiamata. "Durante il dialogo lei mi ha rassicurato più volte circa la sua buona fede, unica e rara eccezione 'in un mondo schifoso' (sue testuali parole riportate anche in un messaggio scritto)". "Sempre lo stesso giorno, la signora mi ha invitato a procedere al bonifico, per poter bloccare l’affare, visto che, come mi diceva, c'erano altre ragazze interessate al prodotto. Alla mia domanda di dividere il pagamento in due tranches, una all’inizio e l’altra all’arrivo del pacco, lei mi ha risposto che doveva tutelarsi e che non poteva assecondare le mie richieste, ma che dovevo fidarmi di lei, che era un’educatrice, una persona per bene".

La stessa sera Erika riceva inoltre un lungo messaggio che diceva: "grazie tesoro per la fiducia che hai riposto in me… Capisco che è un mondo schifoso ma non siamo tutti uguali… C’è chi è ancora onesto e sincero e io non avrei motivo per prenderti in giro… Se vai sul mio profilo puoi vedere che sono davvero un insegnante… Infatti sta scritto che lavoro presso il ministero dell’istruzione… Le spese di spedizione che faccio io ma senza assicurazione perché verrebbe € 40 invece così sui € 15- 20 massimo lo faccio perché hai dimostrato di avere fiducia mi è dispiaciuto non poterti venire incontro nel pagamento ma capisci bene che un valore molto ma molto più alto…"

Il pagamento e la scomparsa della venditrice

"Convinta e allettata dall'affare, ho pagato - aggiunge Erika - indicandole i miei dati per la spedizione". Da qui inizia un vero e proprio calvario perché la venditrice inizia a scomparire, alternando lunghissime attese a rassicurazioni circa la spedizione del pacco. Un periodo nel quale la signora inizia ad accampare una serie di scuse, dicendo anche di avere problemi di salute. Il tutto fino a mercoledì 8 novembre, quando dopo numerosi messaggi da parte di Erika la signora le invia su WhatsApp la foto di una scatola che non ha spedito per molti giorni perché, come da lei stesa dichiarato al telefono più tardi, "avevano già chiuso i terminali”.

La denuncia alla polizia postale 

"Dopo aver chiuso la telefonata e avendo ragionato sulla situazione - racconta Erika - mi sono convinta di essere stata vittima di una truffa ben ordita e ho deciso di denunciare la signora alla polizia postale". "Prima di arrivare negli uffici della polizia però lei mi manda una foto dove si vede un cedolino con un nome falso e una residenza falsa e, ovviamente, senza il numero del tracking". "A questo punto - continua Erika - chiamo la posta e il dipendente mi dice che il pacco era stato lasciato lì e non pagato".  

Come viene espressamente indicato nella denuncia fatta questa mattina alla polizia postale, dopo ulteriori chiamate per chiedere spiegazioni il pacco viene finalmente spedito ma, insieme a lui, a Catania arriva anche l'amara sorpresa. "Ormai sicura di ricevere un prodotto falso sono stata ulteriormente presa in giro perché ho ricevuto un pacco pieno di cartacce, una vaschetta di plastica, e un agenda scolastica del 2016". "Per questo motivo - conclude - ormai esasperata ho deciso di denunciare questa mattina la signora che ora dovrà affrontare un processo per truffa". 

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