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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Per dire "No al Dissesto", il 12 novembre manifestazione a Catania

L’obiettivo è che la manifestazione diventi “della città, in tutti i suoi aspetti sociali e politici”, e dunque trasversale, affinché insieme si chieda a gran voce un intervento deciso e concreto, come è avvenuto per altri centri in difficoltà, come ad esempio Torino

Il 12 novembre i catanesi scenderanno in piazza per dire “no” al dissesto, chiedere alla politica quell’attenzione che non ha sufficientemente ottenuto negli anni e al Governo nazionale, soprattutto, interventi urgenti per salvare la città da un disastro certo e soprattutto immeritato. La manifestazione, che prevederà anche l’organizzazione di un corteo, sarà organizzata da quelle sigle che stamattina hanno dato vita in piazza Università al presidio “Catania è viva, nessuno spenga la luce”, e cioè Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Sunia, Sicet, Uniat, AGCI, Confcooperative, Legacoop, Unicoop, Confcommercio Imprese sociali e CNA; parteciperà in prima linea l’amministrazione comunale ma contribuiranno anche altre associazioni datoriali, gruppi di cittadini e la Chiesa catanese.

L’obiettivo è che la manifestazione diventi “della città, in tutti i suoi aspetti sociali e politici”, e dunque trasversale, affinché insieme si chieda a gran voce un intervento deciso e concreto, come è avvenuto per altri centri in difficoltà, come ad esempio Torino. In piazza Università stamattina i manifestanti hanno indossato le magliette riportanti lo slogan del presidio e interloquito apertamente anche con il sindaco Pogliese che ha ascoltato le loro richieste. Il clima era ancora una volta molto preoccupato per l’esito del caso dissesto e per l’assenza di liquidità nelle casse comunali, e con il primo cittadino si sono confrontati anche rappresentanti delle Coop sociali che non ricevono le spettanze mediamente da 8 mesi e conseguentemente non possono pagare i lavoratori. Presenti in piazza anche dipendenti comunali, lavoratori dei teatri, dell’Istituto Bellini (senza stipendio da due mesi), rappresentanti dei lavoratori pubblici comunali e di tutte le partecipate.

Pogliese ha sottolineato: “La città si sta presentando al Governo unita, anche perché non è questo il momento per parlare delle responsabilità del dissesto. Dobbiamo stringerci insieme nel tentativo non semplice di chiedere al Governo nazionale cosa deve e vuole fare, e in quali tempi. Le casse comunali hanno un gravissimo problema di liquidità, non avremo risorse da qui a dicembre data in cui il Comune incasserà l’IMU. Immaginare di non poter ancora pagare i dipendenti e le Coop sociali è una prospettiva di una enorme gravità e per questo abbiamo necessità, anzitutto, di una anticipazione di cassa del contributo ordinario del 2018” Al presidio ha anche partecipato Enzo Bianco, nella sua veste di presidente del Consiglio nazionale dell’Anci che ha assicurato il sostegno del gruppo consiliare in una battaglia comune. Per giorno 5, intanto è prevista a Catania una seconda verifica ufficiale tra l’amministrazione comunale e il sottosegretario Candiani, mentre giorno 7 novembre è stato fissato un altro faccia a faccia tra sindaco, sindacati e associazioni in vista della manifestazione provinciale successiva. La somma che il Comune di Catania ha chiesto al Governo è di 400 milione di euro, ma l’aiuto in termini di liquidità, potrebbe limitarsi a 120 milioni di euro da suddividersi in tre anni. Pogliese ha anche accennato alla possibilità che la Città metropolitana trovi in queste ore una soluzione nella bozza di Finanziaria già presentata per intervenire sull’Istituto musicale “Bellini” per potere almeno avviare l’anno accademico. I sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl sono però pronti alla dichiarazione dello “stato di agitazione” dei dipendenti comunali se entro giorno 4 non avremo novità sugli stipendi.

“Catania non vuole il dissesto, lo ripeteremo sino allo sfinimento. Siamo agguerriti e amareggiati. Catania non merita un declino così grave e senza prospettiva. Non spetta a noi in questa fase giudicare chi e in quale misura nel tempo ha causato lo sfascio che rischia di imprigionare per decenni la nostra città, ma spetta a noi lottare per ricevere tutto l’aiuto possibile. - spiegano i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Giacomo Rota, Maurizio Attanasio, Enza Meli e Giovanni Musumeci, i presidenti di AGCI, Silvana Strano, Gaetano Mancini di Confcooperative Sicilia, Giuseppe Giansiracusa di Legacoop, Eleonora Contarino di Unicoop-Pensare di lottare da soli sarebbe illogico e stolto. In questa fase sindacati e associazioni puntano ai fatti e non alle chiacchiere e non è un caso che ciò stia partendo dal mondo dei lavoratori e dei settori produttivi che ogni giorno lottano per l’economia delle proprie famiglie ma anche dell’intera comunità. È necessario cogliere questo aspetto per poter raggiungere l’obiettivo. Dobbiamo farcela. La politica a tutti i livelli deve fare quel salto di qualità che è drammaticamente mancato in questi anni e alla Regione Siciliana chiediamo più concretezza, più fatti a tutela della crescita del territorio, a partire dalla possibilità di intervenire presso l’Agenzia delle entrate per quanto possibile in questa fase di emergenza”.

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