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Cronaca

Pfizer, al via lo sciopero dei lavoratori davanti allo stabilimento di Catania

Ieri sera alle ore 22 è iniziato lo sciopero. I dipendenti, secondo le modalità previste dal regolamento degli scioperi, occuperanno l'ingresso della fabbrica anche oggi. A sostegno dei lavoratori presente anche il nuovo vescovo di Catania, Luigi Renna, che questa prenderà parte al sit-in

Ieri sera alle ore 22 ha avuto inizio lo sciopero dei lavoratori della Pfizer davanti allo stabilimento di Catania. La protesta proseguirà anche nella giornata di oggi. I dipendenti, secondo le modalità previste dal regolamento degli scioperi, occuperanno l'ingresso della fabbrica. A sostegno dei lavoratori sarà presente anche il nuovo vescovo di Catania, Luigi Renna, che questa mattina prenderà parte al sit-in. I lavoratori chiedono risposte circa la mobilità annunciata dalla multinazionale statunitense per i 130 dipendenti dello stabilimento, chiedono anche conferme sul rilancio dell'azienda per il futuro della febbrica. 

L'incontro con esito negativo

Nei giorni precedenti non è giunto a buon fine l'incontro che si è tenuto in prefettura tra l'amministratore delegato della Pfizer, le rappresentanze sindacali e l'assessore al Lavoro, Antonio Scavone. I sindacati hanno ritenuto insufficienti le risposte fornite loro dalla multinazionale Pfizer."Ancora una volta Pfizer, con i vertici dell'ufficio risorse umane Carmelo Fornito e Giuseppe Cassarà, si è presentata al tavolo di confronto senza una proposta concreta, ribadendo l'insufficienza degli investimenti, ma soprattutto senza quel piano industriale che avevamo richiesto sia nel corso primo incontro che anche in presenza dell'assessore Scavone e del prefetto Maria Carmela Librizzi, chiedendo il ritiro del procedimento di licenziamento collettivo attivato - avevano dichiarato gli esponenti sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. - L'intento di Pfizer, di far credere in una possibilità di voler condurre la problematica verso un terreno più ragionevole da parte nostra non ha trovato mai condivisione. Ci spiace soltanto che questo atteggiamento, che ovviamente condanniamo, ancora una volta è stato irrispettoso nei confronti delle istituzioni di Governo e della Regione Siciliana".

L'appello alle istituzioni

"A questo punto - continuano i sindacalisti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl - ci appelliamo alle istituzioni stesse perchè non facciano più sconti nei confronti dell'azienda e del suo management, convocando immediatamente il tavolo di crisi regionale ed invocando anche l'intervento tempestivo del Ministero dello Sviluppo economico. E' chiaro - concludono le organizzazioni sindacali - che, davanti ad un simile scenario lo sciopero del 4 marzo diventa sempre più importante, perchè insieme alle altre convocazioni che nel contempo interverranno ci consentiranno di rivendicare la necessità di tutela per i 130 dipendenti e l'impellenza di conoscere quali sono le reali intenzioni di Pfizer per il futuro dello stabilimento di Catania." 

Interviene anche Luigi Renna

Sulla vicenda è intervenuto anche il vescovo di Catania, Luigi Renna, che ha inviato una propria nota per esprimere vicinanza ai lavoratori. "Negli ultimi mesi il nome della Pfizer è stato associato alla speranza, quella di uscire dal tunnel della pandemia grazie al vaccino che ha messo in sicurezza la vita di milioni di persone. Non vorremmo mai che d’ora in poi a Catania questo nome fosse associato alla 'perdita di speranza' che porterebbe circa un centinaio di famiglie al licenziamento o al trasferimento, privando ancora una volta la Città di opportunità lavorative. Quando si chiude un’azienda, si ha una triste ricaduta su tutto il territorio: i giovani sono costretti ancora ad emigrare, le famiglie stentano a formarsi, cresce la denatalità, si dà spazio alla precarietà, si creano le condizioni di disoccupazione che portano le persone più fragili a finire nelle trame della criminalità organizzata. Sentiamo perciò di ribadire quanto affermava papa Francesco nella Evangelii gaudium: 'Non possiamo più confidare nelle forze cieche e nella mano invisibile del mercato. La crescita in equità esige qualcosa di più della crescita economica, benché la presupponga, richiede decisioni, programmi, meccanismi e processi specificamente orientati a una migliore distribuzione delle entrate, alla creazione di opportunità di lavoro, a una promozione integrale dei poveri che superi il mero assistenzialismo. L’economia non può più ricorrere a rimedi che sono un nuovo veleno, come quando si pretende di aumentare la redditività riducendo il mercato del lavoro e creando in tal modo nuovi esclusi (n. 204)'. Prevalga non la mano invisibile del mercato, ma l’intelligenza imprenditoriale che coniuga 'capitale umano' e capitale economico! Come Chiesa siamo solidali con i lavoratori della Pfizer di Catania e ci appelliamo ai Responsabili dell’azienda affinché trovino soluzioni che non privino un’altracCittà del Sud di quella opportunità che ha permesso a tante famiglie di vivere dignitosamente e  di contribuire allo sviluppo del territorio. Non rendete Catania più povera! Siamo fiduciosi che, con l’aiuto delle Istituzioni politiche e dei Sindacati, si trovino vie d’uscita che scongiurino definitivamente la chiusura del prestigioso stabilimento etneo. Affidiamo al  Signore e all’intercessione di san Giuseppe, patrono dei lavoratori, questa nobile causa che tutela la dignità del lavoro, la serenità di tante famiglie, il futuro della città".

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