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Sabato, 20 Aprile 2024

Daria Raiti

Responsabile di redazione

Se politica e calcio rappresentano l'identità di una città, Catania è "sospesa"

Il sindaco non c'è, o meglio è costretto a stare in panchina perchè sospeso. E anche il Calcio Catania ha definitivamente staccato la spina. Mesi e mesi di parole e promesse da parte di chi fa il passo più lungo della gamba, che non hanno portato a nulla. Anzi, hanno solamente creato speranze inutili e conclusioni ancora più amare

La città di Catania è in quel vortice che sembra riservare solo brutte notizie. E' in quella fase della vita nella quale, tutto sembra andare storto. E continua a ripetere "non può piovere per sempre". Il sindaco non c'è, o meglio è costretto a stare in panchina perchè sospeso. E anche il Calcio Catania ha definitivamente staccato la spina. Senza dimenticare l'elenco dei problemi irrisolti che è sempre lungo.

Se è vero che politica e calcio rappresentano l'identità di una città, in questo momento Catania è "sospesa". Dal punto di vista politico, con il sindaco facente funzioni Roberto Bonaccorsi che per la seconda volta sta sostituendo Pogliese e ha il difficile compito di portare avanti l'amministrazione in attesa che si definisca lo scenario, ancora poco chiaro, tra dimissioni e possibili elezioni. 

E, come se non bastasse, è arrivata anche la fine ingloriosa del Calcio Catania con l'estromissione dal campionato a sole 4 giornate dal termine. Mesi e mesi di parole e promesse da parte di chi fa il passo più lungo della gamba, che non hanno portato a nulla. Anzi, hanno solamente creato speranze inutili e conclusioni ancora più amare. E quell'anno 2006/07, con cui la città rivide dopo tanto tempo la Serie A, sembra lontanissimo. Quel giorno di festa, il 28 maggio 2006 con invasione di campo dei tifosi al Cibali, sembra un sogno che si fa fatica a ricordare. 

Tra i messaggi inviati alla nostra redazione c'è quello che, meglio di tutti, racchiude la delusione catanese. "Oltre 60 anni di tifo per l'amatissima squadra rossazzurra finito così, con una sentenza del tribunale come in un processo che condanna alla pena capitale - scrive Alfio - Ho vissuto gioie e dolori, vittorie e sconfitte, promozioni e retrocessioni, come in una seconda famiglia, con la certezza di una passione senza fine, sicuro che ad ogni caduta sarebbe seguita una rialzata. Ora tutto è finito".

E non bisogna essere per forza un tifoso rossoazzurro per sentire la delusione. Perchè non è una delusione solo sportiva. E' rappresentativa di una fase destabilizzante che sta attraversando il catanese, in generale. Certo il covid ha spinto tutti a rivedere i propri piani e priorità. E, quindi, il pensiero cinico prevale e non abbiamo certo il tempo di "piangerci addosso" perchè la nostra città è senza sindaco e squadra di calcio. Non ci abbattiamo per natura, figurarsi. D'altra parte siamo abituati a convivere con un vulcano sempre attivo. Terremoti. Eruzioni. Da qualche anno anche le alluvioni. Quindi...

Forza Catania, sempre.

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