Privatizzazione Fontanarossa, il presidente del comitato Vussia: "No alla vendita"
La nota di Claudio Melchiorre sul futuro degli aeroporti di Catania e Comiso
Il piano di privatizzazione degli aeroporti di Catania e Comiso della “discordia”! Il tutto, attraverso l'acquisizione da parte di investitori privati di quote della società che gestisce lo scalo di Fontanarossa.
Preoccupata è l'analisi di Claudio Melchiorre - in trincea da decenni in difesa dei diritti dei consumatori etnei su tutti i fronti, prima con la sigla Adoc Catania, poi col suo “Movimento Elettori e Consumatori”, infine da luglio 2018 con la presidenza del Comitato spontaneo “Vussia” -, il quale interviene sul nodo privatizzazione dello scalo aeroportuale catanese. “C’è una battuta paradossale che girava tra i consumatori - scrive Melchiorre in una nota -, qualche anno fa. Allora si usava spesso la parola “utenti” e c’era una grande lotta per sostituirla con “clienti”. La definizione che fu pensata su questa grande battaglia nominale fu: “utente” è una persona che usufruisce di un prodotto o servizio con un set di regole pubbliche, il “cliente” è una persona che acquista un bene con un set di regole decise dal venditore. Insomma, se il venditore è una brava persona, che vive in un ambiente competitivo, è meglio essere clienti, diversamente l’utente è molto più tutelato”.
“In Italia - continua Claudio Melchiorre, che dal '98 tramite la presidenza di organizzazioni consumeristiche, ha preso in carico l'impegno di rappresentare i consumatori a Catania -, essere clienti è positivo nei ristoranti, non nei servizi monopolistici”. Con queste premesse, si spiega la decisione di Claudio Melchiorre, a lungo tra gli esponenti più in vista del mondo consumeristico siciliano, a tornare in trincea, contro la privatizzazione degli aeroporti siciliani: “Su questa vicenda, dico che non si privatizza la porta di casa: gli aeroporti in Sicilia sono la nostra porta di casa. Chi venderebbe l’ingresso del proprio appartamento? Quei pochi metri quadri, danno ogni potere di disposizione sulla nostra vita, al compratore. A poco servono le rassicurazioni. Chi ha l’aeroporto incassa le tasse d’imbarco. Nessuno può davvero obbligare il gestore a fare investimenti”. Ed ecco quindi la stoccata del presidente del comitato di scopo “Vussia” - che per sua natura è legittimato ad agire giudizialmente contro chi dovesse impoverire le tasche dei siciliani -, il quale non le manda a dire, e si dice pronto a fare il possibile per impedire la privatizzazione dello scalo catanese; considerando un errore clamoroso che impoverisce i siciliani, la vendita degli aeroporti siciliani a privati: “Senza nemmeno il controllo pubblico, può andare solo peggio. Chi compra gli aeroporti compra una parte strategica della nostra vita. Non è solo un problema delinquenziale, che al momento non è provato, ma proprio una questione di dignità della Sicilia e di interesse economico. Con la nostra sola forza dei comitati Vussia, nati spontaneamente per portare i siciliani a intervenire direttamente in questa partita, è stata avviata la “battaglia” contro la vendita di Fontanarossa. Dopo qualche mese, rispetto al silenzio tombale con il quale si pretendeva di gestire l’affare del secolo, il problema della privatizzazione si sta cominciando a manifestare: si fa un gran parlare di investimenti, ma è aria fritta”. Infine qualche futura previsione “fosca”: “Chi compra, incasserà le tasse d’imbarco e porterà i soldi fuori dalla Sicilia. Gli aeroporti sono un affare clamoroso. I profitti si possono spingere fino a quasi la metà del fatturato. La privatizzazione dell’aeroporto è un affare composto da tanta arroganza. Una decisione che dovrebbe essere di tutti i siciliani viene decisa e influenzata da un gruppo di persone ristrettissimo che con una certa coerenza ha ridotto sempre di più questo club. Tra poteri politici senza coscienza e senza visione, i siciliani hanno il diritto di fermare questo progetto. Gli interessi che lo muovono non sono i nostri”.