rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Protesta espurgo: "Per difendere gli interessi degli utenti e tutelare posti di lavoro"

19 imprese di espurgo del catanese, fermi ad oltranza da oltre tre mesi per le limitazioni al conferimento presso l’impianto di depurazione sito a Pantano d’Arci

“La protesta che stiamo conducendo ininterrottamente dal 26 febbraio 2018 ha un duplice obiettivo: difendere gli interessi economici degli utenti e salvaguardare i posti di lavoro delle nostre imprese”. Così i rappresentanti delle 19 imprese di espurgo del catanese, fermi ad oltranza da oltre tre mesi per le limitazioni al conferimento presso l’impianto di depurazione sito a Pantano d’Arci gestito dalla Sidra Spa e di proprietà del Comune di Catania.

“Ci dispiace molto – spiega Giovanni Rinzivillo, portavoce degli autotrasportatori della Confcommercio - per i disagi che in questo momento i cittadini sono costretti a sopportare a causa del nostro mancato intervento ma, fino ad oggi, non abbiamo ritenuto corretto e professionale raddoppiare o triplicare i costi del nostro servizio a danno degli utenti o, ancor peggio, licenziare i nostri dipendenti. I cittadini però devono sapere le reali ragioni della nostra protesta. Esse sono causate solo ed esclusivamente dalle limitazioni all’impianto di depurazione. Dopo la riunione con la Sidra, avuta lo scorso 30 Marzo per la presentazione del nuovo regolamento, per accedere all’impianto ci è stato proposto di conferire all’impianto inizialmente soltanto 3 metri cubi al giorno per ditta, che a pieno regime saranno 8 metri cubi. In pratica non ci sarà più consentito lavorare. Un condominio ha fosse biologiche per 25 o 30 metri cubi. In media quindi per effettuare un solo intervento ci vorranno 4-5 giorni con un aumento dei costi che l’utenza non potrà mai sostenere. La nostra protesta è quindi principalmente a tutela della cittadinanza, quella cittadinanza che ancora oggi non è allacciata all’impianto di depurazione, che rappresenta il 70% delle utenze e che paga a caro prezzo le inefficienze gestionali e politiche di anni di malgoverno".

"Le limitazioni al conferimento imposte all’ingresso all’impianto saranno maggiormente acuite con il nuovo regolamento. Regolamento che doveva essere concertato con le imprese di trasporto spurgo e le associazioni rappresentative delle associazioni dei condomini, ma che invece è stato discusso pensato ed approvato dalla Sidra già ad agosto senza che nessuno ne conoscesse contenuti e norme attuative fino a ieri. L’emergenza coinvolge anche i nostri lavoratori, 70 unità in tutto. A causa delle limitazioni, che comporteranno una diminuzione del lavoro del 60% con relativi minori ricavi per le imprese, stanno chiaramente rischiando il loro posto di lavoro. Abbiamo inoltre avuto conferma di quello che abbiamo sempre detto durante tutti i nostri interventi: l’impianto di depurazione di Pantano d’Arci è l’unico impianto presente in provincia di Catania e il Testo Unico Ambientale ci impone di conferire i reflui nella Provincia in cui operiamo. Una attenta analisi del nuovo regolamento e le condizioni in cui saremo, di fatto, costretti a non poter più effettuare il nostro lavoro ci impongono, nostro malgrado, di continuare la nostra azione di protesta. Diversamente ci troveremo costretti a dover rimodulare i costi del nostro servizio ed in quel caso a pagare il prezzo più alto della mala gestione e delle inefficienze politiche sarà solo il cittadino. Noi non possiamo mandare in fumo anni di sacrifici e mettere alla porta 70 padri di famiglia. Siamo sicuri che i cittadini sapranno comprendere le nostre ragioni. Facciamo un nuovo appello al presidente della regione Nello Musumeci affinché trovi al più presto una soluzione. Si istituisca subito un tavolo tecnico urgente per definire un accordo che, nel rispetto delle leggi vigenti, tuteli gli utenti e le ditte che operano nel settore. Da parte nostra non vi è alcun braccio di ferro, ma grande disponibilità al dialogo”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Protesta espurgo: "Per difendere gli interessi degli utenti e tutelare posti di lavoro"

CataniaToday è in caricamento