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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Rapinano una banca a Mestre, 5 catanesi in manette

Sono entrati in azione alla Banca di credito popolare di Marcon-Venezia a Chirignano e hanno portato via un bottino di 81 mila eur0. Si è trattato di un gruppo di trasfertisti arrestati in flagranza

In meno di 15 minuti 5 catanesi in trasferta a Mestre sono stati arrestati in flagranza di reato per aver rapinato una banca. Per l'esattezza hanno fatto irruzione nella banca di credito coopertativo Marcon-Venezia a Chirignano, portando via un bottino di 81 mila euro. Erano in sei, 5 catanesi in trasferta e un basista veneziano..

 Nel pomeriggio di ieri, intorno alle 15.30 uno di loro è rimasto fuori a fare il palo, mentre altri 3 hanno fatto irruzione nell'istituto di credito immobilizzando impiegati e clienti e strattonando un cassiere. Dopo aver prelevato i soldi sono scappati a bordo di una piccola auto noleggiata sull'isola. I malviventi però hanno compiuto tutta la rapina a volto scoperto e sono stati ripresi dalle telecamere. Le pattuglie sono entrate in azione immediatamente e gli investigatori del gruppo anticrimine Mestre- Marghera hanno ricevuto informazioni dai colleghi di Firenze e individuato il covo dei rapinatori. I malviventi si trovavano a casa del basista veneziano N.B, ex guardia giurata 41enne dove gli agenti hanno fatto irruzione.

All'interno sono stati trovati tutti e 6 i malviventi, due di loro non avevano partecipato direttamente alla rapina, intenti a contare i soldi, con tracce di colla sulle mani. Sono scattate le manette per D.M. (23 anni), D.A. (43 anni), O.M. (36 anni), G.A. (24 anni, unico incensurato), A.A. (21 anni), tutti catanesi. A quest'ultimo è stato anche notificato un ordine di carcerazione a 2 anni e 4 mesi di reclusione per reati contro il patrimonio compiuti in passato, quando era minorenne. Tre di loro appartengono alla stessa famiglia, padre e due figli.

Tutti e sei sono stati arrestati con l'accusa di rapina aggravata in concorso e subito portati nelle carceri di Santa Maria Maggiore a Venezia e Santa Bona a Treviso. Intanto le indagini proseguono per capire se il gruppo possa aver portato a segno altri colpi in passato, sfruttando le informazioni fornite dall'ex guardia giurata.

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