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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Da Catania a Torino per rapinare banche, scattano tre arresti

Tre i rapinatori, due catanesi, ritenuti responsabili di sei rapine a istituti di credito di Torino e provincia

Operazione dei carabinieri del nucleo investigativo di Torino, in collaborazione con i colleghi di Catania. Dall'azione dei militari è scattato l'arresto di tre rapinatori ritenuti responsabili di sei rapine a istituti di credito di Torino e provincia.

Le ordinanze di custodia in carcere hanno interessato Nicola Culosi, 50 anni, di Catania, e attualmente detenuto a Caltanissetta, Carmelo Cascino, 47 anni, di Grugliasco, e Marcello Reito, 30 anni, di Catania, detto “il piccolino”.

I tre hanno messo a segno, nel 2014, dei colpi nelle seguenti banche: Banca Popolare di Novara sede di Torino (bottino circa 7.400 euro); Banca Popolare di Novara sede di Carmagnola (bottino 115.000 euro); Banca D’Alba sede di Torino (bottino circa 31.000 euro); Banca Regionale Europea sede di Collegno (bottino circa 34.000 euro).

Altre due rapine sono state messe a segno invece nel 2015: Banca Carige sede di Torino (tentata rapina in quanto il responsabile comunicava ai rapinatori che il sistema di videosorveglianza era direttamente collegato con gli uffici della Questura, costringendoli alla fuga); Banca Sella sede di Torino (bottino circa 6.500 euro).

COME AGIVA IL GRUPPO. Culosi e Reito “il piccolino” erano i trasferiti da Catania, in particolare il primo rappresentava il “perno” del gruppo operativo, almeno fino al suo arresto, avvenuto il 30 gennaio 2015 durante una rapina ad un ufficio postale di Catania. Cascino ricopriva il ruolo di “basista” su Torino, con il compito di scegliere la banca da assaltare, prelevare e accompagnare i soci da/per l’aeroporto di Caselle e di sistemarli in alloggi sicuri.

MODUS OPERANDI. Uno dei rapinatori, a volto scoperto, entrava per primo in banca con una cartellina in mano, fingendosi un cliente in cerca di un finanziamento o un carabiniere impegnato in un’indagine. Una volta dentro minacciava gli impiegati con un taglierino per aprire la bussola ai complici.

A quel punto entravano i suoi soci, di cui uno sempre al telefono con un complice all’esterno della banca, per eseguire il colpo. Radunavano e sequestravano i clienti e gli impiegati in un unico locale (ufficio o bagno), e mentre uno di loro minacciavano con una pistola i presenti gli altri svuotavano le casse.

La banda è stata smascherata grazie alle immagini delle telecamere di video sorveglianza.

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