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Sabato, 30 Settembre 2023
Cronaca

Maxi truffa sul reddito di cittadinanza, scovati 389 "furbetti ": danno erariale per 3 milioni di euro

Vasta operazione dei carabinieri del comando provinciale di Catania, con la collaborazione dell’Inps. Tra le persone denunciate anche 191 con precedenti per mafia. Avviate l’immediata revoca del beneficio con efficacia retroattiva e le necessarie procedure di restituzione di quanto illecitamente percepito

I carabinieri del comando provinciale di Catania, al termine di un’articolata attività d’indagine condotta d’iniziativa dai militari della compagnia di Catania Fontanarossa, in un’indagine condotta tra il mese di ottobre 2021 e marzo 2022, hanno deferito all’Autorità Giudiziaria etnea 389 persone, di cui 191 pregiudicati e, tra questi, 3 per reati di mafia, per aver percepito, senza averne i requisiti di legge, il reddito di cittadinanza provocando un danno all’erario pari a circa 3 milioni di euro.

Con il supporto dell’Inps di Catania i militari hanno effettuato controlli nei confronti di 862 cittadini per lo più residenti nel quartiere Librino - finalizzata alla verifica del reale possesso dei requisiti legittimanti la corresponsione del sussidio economico. Dai controlli sono emerse molteplici ed evidenti irregolarità commesse dagli indebiti percettori con la piena consapevolezza di voler “ingannare” lo Stato italiano.

I casi particolari

Nella maggior parte dei casi, ad esempio, il richiedente il reddito di cittadinanza dichiarava falsamente di essere l’unico componente del nucleo familiare, a volte per poter percepire il beneficio che gli sarebbe stato altrimenti precluso in quanto convivente con altro familiare lavoratore, altre volte invece per consentire agli altri membri della famiglia senza lavoro - individuati durante le indagini a seguito di un mero accertamento anagrafico - di poter avanzare autonoma richiesta all’Inps e di usufruire pertanto di analogo contributo statale.

Emblematico è stato il caso di una famiglia di 4 persone i cui membri, avendo presentato singola richiesta di reddito di cittadinanza omettendo di dichiarare l’esatta composizione del nucleo familiare e risultanti pertanto formalmente “da soli” a casa, erano riusciti ad accaparrarsi, dal 2020 al 2022, una somma complessiva pari a circa 18 mila euro. In altre circostanze, nelle domande per il conseguimento del reddito di cittadinanza venivano indicate residenze fittizie - come nel caso di alcuni cittadini romeni che utilizzavano collettivamente” il medesimo indirizzo pur non avendovi mai soggiornato - ovvero indirizzi corrispondenti ad esercizi commerciali o ad aree (cavalcavia, zone di campagna) in cui erano presenti campi nomadi.

Alcuni indirizzi, inoltre, corrispondevano a quelli di istituti penitenziari presso i quali, in passato, alcuni indagati attualmente liberi erano stati ristretti. Tra i destinatari del reddito sono stati ‘scovati’, tra l’altro, soggetti che avevano indicato residenze ‘fittizie’, numerosi cittadini stranieri avevano indicato la medesima abitazione pur non avendovi mai soggiornato, ovvero indirizzi corrispondenti ad esercizi commerciali, cavalcavia e aree di campagna.

Avviato iter delle somme erogate

Per i furbetti è stata disposta quindi l’immediata revoca del beneficio con efficacia retroattiva e l’avvio delle necessarie procedure di restituzione di quanto illecitamente percepito, evitando così che l’Erario continuasse ad elargire ai soggetti denunciati ulteriori consistenti somme non dovute.

Le numerose operazioni condotte in ambito provinciale dai reparti dell’Arma, anche in collaborazione con il nucleo carabinieri ispettorato del Lavoro di Catania, hanno consentito, nell’ultimo anno, di acquisire elementi indiziari sul conto di 250 persone che, a vario titolo, con false attestazioni, hanno indebitamente goduto delle somme di denaro pubblico destinate loro per un ammontare complessivo di oltre un 1 milione e 850 mila euro. In particolare, gli accertamenti che nell’aprile dell’anno scorso hanno consentito, su delega della Procura distrettuale etnea, l’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo delle carte di reddito di cittadinanza nei confronti di 76 soggetti, tra questi anche alcuni cosiddetti “uomini d’onore”, indebiti percettori per aver utilizzato dichiarazioni attestanti cose non vere e omettendo informazioni dovute.

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