Piazza Teatro Massimo, i "tendoni" e il regolamento mai portato in Consiglio
Sembrava tutto pronto per l'approvazione ma la cosiddetta delibera sui dehors, le strutture esterne dei locali, è ancora bloccata. Forse, come dicono i bene informati, per non scontentare i commercianti in periodo di elezioni
Il problema dei cosiddetti "dehors" - i tendoni di pertinenza dei locali che, in questi anni, si moltiplicano soprattutto al centro storico - è ormai una delle note dolenti di questa amministrazione. Giunto quasi in direzione d'arrivo, il piano generale che avrebbe dovuto regolamentare forma, dimensioni, colore e posizionamento delle strutture, dopo le dimissioni dell'allora assessore al Commercio Angela Mazzola si è arenato tra i provvedimenti mai portati all'attenzione del Consiglio comunale cittadino. Anche se, appena nominato, il nuovo titolare dell'assessorato, Nuccio Lombardo, aveva incontrato categorie e consiglieri, arrivando persino a depositare una delibera che, tuttavia, è stata lasciata a riposare nel cassetto. Forse, come sostengono i bene informati, per timore di scatenare un putiferio tra i commercianti a pochi mesi dalle elezioni comunali. Il risultato? Un vuoto normativo all'interno del quale, ultimamente, i privati hanno operato in un regime di sostanziale anarchia, provocando il malcontento dei residenti.
Via Teatro Massimo e la "movida"
L'area in cui il problema raggiunge dimensioni macroscopiche è sicuramente quella di via Teatro Massimo e dell'omonima piazza sulla quale si affaccia il Teatro Vincenzo Bellini, invasa dai "tendoni" dall'inizio alla fine. Un dato che, oltre a costituire un pugno nell'occhio all'interno di una strada che rappresenta una tra le più raffinate delle architetture etnee, genera problematiche di ordine pubblico visto il prolungamento su strada degli spazi dei locali. Pieni fino a tarda notte di clienti, e solitamente attrezzati con amplificazione musicale e televisioni. Proprio per questo motivo, i proprietari di un appartamento il cui balcone si affaccia sulla via Teatro Massimo, hanno esposto in questi giorni degli striscioni dove hanno scritto in inglese "Nuovi barbari, andate via da qui" e "Grazie Sindaco".
La richiesta d'intervento della Soprintendenza
A ritornare sulla questione, tra gli altri, è anche il consigliere della prima circoscrizione Davide Ruffino che ha chiesto l'intervento della Soprintendenza ai beni culturali, per proteggere le piazze dalla presenza delle macchine e da questo tipo di "invasione". "La Soprintendenza in questa città è completamente assente - ha attaccato Ruffino - Da piazza Vincenzo Bellini, con i gazebo in stile campeggio presenti, alla via dei Crociferi". "Nonostante l'intera area sia una Ztl - continua il consigliere - le auto sfrecciano in mezzo ai turisti che cercano di scansarle nell'ammirare la bellezza delle chiese presenti".
"Anche altre piazze di pregio come piazza Dante, piazza San Francesco D'Assisi e piazza Mazzini - continua - risultano trascurate dall'attenzione della Soprintendenza e le auto hanno invaso tutti gli spazi pedonali e di socializzazione". "Le soprintendenze - conclude Ruffino - sono organi periferici del Ministero dei Beni culturali, spetta a loro la tutela e valorizzazione di questi luoghi, dovrebbero dunque intimare all'amministrazione la salvaguardia dei siti, proponendo paletti dissuasori a protezione delle piazze, ma anche pedonalizzazioni delle stesse".
Il piano sui Dehors ed il possibile conflitto istituzionale
Durante l'ultima conferenza dei capigruppo, tra i vari punti da portare prima della fine della conisiliatura, il Sindaco aveva espresso la volontà di fare approvare la delibera sui Dehors. Sollevando i dubbi del gruppo d'opposizione di Grande Catania che, tramite il suo capogruppo Sebastiano Anastasi, aveva parlato di un possibile conflitto d'autorità. "La Sopritendenza - come ha spiegato Anastasi a CataniaToday - non permette di costruire dehors al centro storico perché esiste una normativa nazionale restrittiva che lo vieta". "Anche approvando questo regolamento - ha aggiunto - i dehors non si possono costruire, ma il Comune potrebbe incidere soltanto su ombrelloni e tavolini".