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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

"Revenge porn", la polizia postale mette in guardia dai rischi

Aumentando il tempo trascorso online aumentano i rischi derivanti dall'utilizzo non autorizzato di immagini sessualmente esplicite

La polizia postale di Catania ha ricevuto negli ultimi mesi diverse denunce inerenti a vicende di diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite. Il reato è quello del cosiddetto “revenge porn”, disciplinato dall’articolo 612 ter del codice penale che punisce chiunque diffonda, ceda o invii immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone interessate. Più volte, le indagini hanno condotto alla identificazione e alla denuncia di chi si è reso autore di questo reato, ma spesso rimane la difficoltà o purtroppo, l’impossibilità che le immagini siano rimosse definitivamente dai circuiti della rete con gravi conseguenze per la vittima.

La polizia, soprattutto nella situazione attuale in cui si trascorre molto tempo on-line, invita alla massima prudenza, cercando di evitare l’invio di immagini o video di contenuti intimi e ricordando che, qualora i soggetti coinvolti siano minori, sussistono fattispecie di pornografia minorile. Oltre all’eventuale pericolo di un successivo uso illecito, spesso con il fine di ritorsione o di vendetta, da parte di chi riceve le immagini vi è, inoltre, un problema legato alla sicurezza dei dispositivi. Infatti, soggetti terzi malintenzionati potrebbero accedere abusivamente a uno dei dispositivi, acquisendone il contenuto per divulgarlo o per ricattare la vittima. Rimane, in ogni caso, di estrema importanza denunciare immediatamente alla polizia quanto subìto poiché solo un intervento tempestivo può evitare l’ulteriore divulgazione delle foto o del video. Proprio per garantire un efficace intervento, all’interno della polizia postale operano squadre di poliziotti specializzati nel contrasto di questi fenomeni, esperti soprattutto nell’ambito delle piattaforme di social network e messaggistica.

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