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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

La fuga dopo l'omicidio ed il cerchio che si stringe: le ultime ore di Sebastiano Spampinato

Il suo corpo è stato avvistato questa mattina da un passante, che ha subito dato notizia al 112. Gli inquirenti, dopo una caccia all'uomo durata quasi cinque giorni, svelano i dettagli delle indagini iniziate la sera del 10 dicembre, dopo la drammatica uccisione di Jenny Cantarero a Lineri

Dopo quasi cinque giorni di incessanti ricerche, condotte dai carabinieri del nucleo operativo del comando provinciale etneo, guidato dal colonnello Piercarmine Sica, arrivano i dettagli della caccia all'uomo scatenata per scovare il 31enne Sebastiano Spampinato. C'è mancato poco perchè l'assassino (o presunto tale) della 27enne Giovanna Cantarero, raggiunta da 3 colpi di pistola lo scorso venerdì, davanti il panificio di Lineri in cui lavorava, fosse assicurato alla giustizia. Ma, probabilmente in preda al rimorso o alla disperazione del momento, ha preferito togliersi la vita con un colpo di pistola in un vecchio casolare di via Campo di mare, alla Plaia di Catania. Il suo corpo è stato avvistato questa mattina da un passante, che ha subito dato notizia al 112.

L'omicidio e la fuga

Lo scorso 13 dicembre la Procura etnea aveva emesso nei suoi confronto un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti dei Spampinato, incensurato e padre di due minorenni. Questo l'ordine dei fatti.Verso le 21 e 45 circa di venerdì scorso, secondo la ricostruzione dei carabinieri, Jenny Cantarero, madre di una bimba di 4 anni avuta da un ex compagno con cui aveva mantenuto discreti rapporti complessivi, dopo essere uscitadal panificio in cui lavorava in compagnia di una collega, è stata uccisa con tre colpi di pistola, sparati per uccidere e non come atto dimostrativo. Due proiettili l'hanno raggiunta al volto ed uno al fianco sinistro. Ad esploderli  un uomo giunto a bordo di uno scooter con il volto travisato da un casco. Che fugge via, facendo perdere le proprie tracce.

Si stringe il cerchio sull'assassino

"L’omicidio della donna - si legge nella nota degli inquirenti - ha evidenziato sin da subito le caratteristiche di una premeditata esecuzione da parte dell’assassino. Il quale, una volta individuata la vittima, era sceso dal mezzo e l’aveva raggiunta a piedi, chiamandola per nome prima di sparare". L'assassino però ha fatto confusione, forse perchè troppo agitato. I rilievi della sezione Investigazioni Scientifiche dei carabinieri, hanno consentito di repertare sulla scena del crimine anche quattro proiettili inesplosi. Segno di una non meglio indicata complicazione, avvenuta durante l’azione di fuoco.

La svolta nelle indagini

L’indagine ha avuto una prima e fondamentale svolta quando i carabinieri hanno accertato l’esistenza di un’utenza telefonica, in uso alla vittima fino a poco tempo prima, ma fortemente sospetta.  La scheda era intestata proprio a Sebastiano Spampinato, che perà era senza apparenti legami con la vittima, all’infuori di un controllo avvenuto con l’ex compagno della stessa. Un amante, insomma, figura scomoda che anche i parenti di Jenny hanno negato di conoscere, negando qualsiasi relazione tra i due agli inquirenti. La relazione, tra alti e bassi, è andata avanti per ben tre anni.

L'appoggio in casa della Zia dopo la fine della relazione con Jenny

Altri riscontri si sono avuti con l’accertamento dell’abituale utilizzo da parte di Sebastiano Spampinato di uno scooter Honda SH 150 di colore scuro, intestato alla zia materna, e di un casco modello "Momo design", simili a quelli descritti sul luogo dell’omicidio. Inoltre, tramite il sistema ricerche targhe Sncct, è stato possibile rilevare il transito di questo mezzo con a bordo un individuo, nonostante le pessime condizioni meteo e la pioggia battente di venerdì notte, in via Fontanarossa, direzione San Giuseppe La Rena. Questo in orario compatibile sia con la fuga del presunto assassino, sia con la residenza della zia dello Spampinato, presso la quale il ragazzo pare avesse trovato appoggio da quando era terminata la relazione con Jenny.

Butta il cellulare ed abbandona il motorino

Altro dettaglio, l’abitazione in questione era ubicata all’interno del villaggio Campo di Mare, lo stesso in cui è stato ritrovato cadavere. Però di lui nessuna traccia. A quel punto è stato chiaro anche agli inquirenti che il sospettato si era reso volontariamente irreperibile, abbandonando l’abitazione in gran fretta. L’inizio immediato delle ricerche ha consentito di rinvenire e sequestrare, nei pressi dell’abitazione della madre, il ciclomotore utilizzato per l’omicidio, oggetto di approfonditi rilievi tecnici al fine di riscontrare la presenza di eventuali tracce ematiche. Lungo lo stradale Cravone è stato poi trovato il suo cellulare, abbandonato tra l’erba selvatica a margine della carreggiata.

Non regge la pressione e si suicida

La pressione esercitata dagli investigatori, anche attraverso le numerose perquisizioni domiciliari e un pattugliamento massiccio nelle aree ritenute battute dal fuggitivo, hanno indotto Sebastiano Spampinato a ricercare un ulteriore rifugio, questa volta in un sottotetto di un’abitazione disabitata ubicata, sempre nel villaggio “Campo di Mare”. Lo stesso luogo in cui, verosimilmente nelle prime ore del 14 dicembre, si sarebbe tolto la vita con un colpo di pistola esploso alla tempia destra. Il sopralluogo effettuato dai carabinieri della sezione Investigazioni Scientifiche ha consentito di rinvenire e sequestrare un bossolo e l’ogiva esplosi dal suicida, insieme ad una pistola Beretta modello 92 con matricola punzonata, insieme a due caricatori contenenti complessivamente 20 proiettili calibro 9 x 21. L’arma sarà inviata al RIS dei carabinieri di Messina per gli accertamenti balistici che dovranno verificare l'utilizzo della stessa anche nell’omicidio di Jenny Cantarero.

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