rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Scandalo rifiuti al comune di Catania: 'appalti pilotati' tra regali, affitti pagati e assunzioni

Nel mirino dell'inchiesta, un maxi appalto sui rifiuti da 350 milioni di euro. Fazio, funzionario della direzione ecologia e ambiente del Comune, veniva remunerato con utilità di vario genere, come smartphone, computer, vacanze pagate. A Rosso, direttore della Direzione Ragioneria, veniva pagato il canone di affitto delle abitazioni occupate dalle figlie a Roma e assunzioni dei fidanzati a tempo indeterminato

Sette i provvedimenti per sei persone coinvolte nell'operazione "Garbage Affair" eseguita dalla Dia di Catania che ha fatto luce sul sistema illegale che aveva al centro un appalto sui rifiuti da circa 350 milioni di euro. Due i provvedimenti di custodia cautelare in carcere, uno agli arresti domiciliari. Due interdizioni, per 12 mesi, dall'esercizio di uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese; e due sospensione, per un anno, dal pubblico ufficio.

I dettagli dell'indagine e le accuse - VIDEO

Nel meccanismo collaudato di controllo e gestione del maxi appalto sui rifiuti nel comune di Catania da 350 milioni di euro, è emerso lo spaccato di un'amministrazione pubblica in certi settori "a disposizione" degli interessi privati.

Le intercettazioni - VIDEO

I fedelissimi del sindaco Bianco coinvolti nell'inchiesta

Il ruolo delle persone coinvolte

Al centro dell'inchiesta, un appalto sui rifiuti da circa 350 milioni di euro. Proprio l’analisi della documentazione inerente tale gara e le relative indagini, ne hanno evidenziato "l’aggiudicazione con mezzi fraudolenti", turbando la regolarità della gara. A muovere le indagini, sono stati alcuni particolari. Come la mancata esclusione del raggruppamento temporaneo di imprese, nonostante la mancanza del requisito - previsto dall’art. 12.5 del bando-che prevede di avere eseguito, almeno una delle ditte del raggruppamento per intero, nel triennio precedente (2013/2015) servizi analoghi per un importo complessivo pari ad almeno euro 23.353.246,65 o comunque per un numero complessivo di utenza servita pari alla popolazione residente nel comune di Catania (315.576 secondo la rilevazione ISTAT del 2015). Inoltre, un altro impedimento sarebbe stato la riconducibilità della Eco.Car ad un soggetto già destinatario, in qualità di legale rappresentante della Ipi srl, dell’interdittiva antimafia emessa dal Prefetto di Roma il 16 aprile 2014.

Il video della Dia: gli arresti

Tutte queste circostanze, come hanno dimostrato le indagini, in particolare le attività tecniche di intercettazione nonché le ulteriori attività istruttorie a riscontro, e come argomentato dal Gip in ordinanza, non solo erano senz’altro a conoscenza degli indagati, ma questi avevano operato consapevolmente con l’intento di indirizzare la procedura di gara verso l’aggiudicazione al Rti Senesi Spa – Eco.Car srl, quest’ultima in sostanziale continuità con la Ipi srl (che aveva gestito il medesimo servizio, unitamente alla Oikos Spa nel periodo dal febbraio 2011 al maggio 2017), essendo entrambe sostanzialmente riferibili alla persona dell’indagato Antonio Deodati (cugino di Francesco Dedoati, formalmente amministratore unico della società, ma di fatto prestanome di Antonio Deodati, che ha interloquito e ha assunto tutte le decisioni per conto e nell’interesse della società nelle fasi antecedenti, concomitanti e successive allo svolgimento dell’appalto).

I due funzionari comunali indagati

Particolarmente rilevante è il ruolo svolto nella vicenda dai due funzionari comunali indagati, l’ingegnere Leonardo Musumeci, Rup del procedimento e a capo della direzione Ecologia e Ambiente del comune di Catania, e Orazio Stefano Fazio, assunto per chiamata diretta in quanto invalido civile come impiegato inquadrato nella categoria B2 e ben presto giunto in posizioni apicali all’interno del comune di Catania, responsabile dei Servizi Esternalizzati della medesima Direzione Ecologia e Ambiente e Direttore Esecuzione del Contratto per il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e di altri servizi di igiene del comune di Catania. Dalle conversazioni captate tra i due risulta evidente la loro consapevolezza sia della sostanziale continuità tra una delle società (la Ipi srl) aggiudicataria del servizio per il periodo precedente e la nuova aggiudicataria EcoCar. srl, sia della mancata precedente esperienza, per entrambe le società, in servizi analoghi nel triennio 2013-2015 in territori con densità abitativa pari a quella del comune di Catania. Nonostante l’evidenza di una serie di circostanze che avrebbero dovuto indurre i due funzionari a non dare corso, ciascuno per la propria parte di competenza, al completamento delle procedure di aggiudicazione del servizio di raccolta dei rifiuti, escludendo il Rti Senesi Spa – Eco.Car srl, la gara è stata, invece, aggiudicata.

Fazio avrebbe addirittura assunto una condotta attiva nel cercare di condizionare i vari attori intervenuti nella procedura antecedente e successiva all’aggiudicazione del servizio, dapprima per impedire che venissero rilevate, ad esempio, le inadempienze e i disservizi delle ditte Ipi– Oikos in vigenza di contratto, con conseguente applicazione di penali, facendo valere il suo peso all’interno della struttura comunale, quindi assumendo in prima persona la gestione e il controllo degli stessi sorveglianti che avevano il compito di segnalare eventuali disservizi. A fronte di questo suo impegno, Fazio veniva remunerato con utilità di vario genere, come emerso dalle intercettazioni (dall’acquisto di smartphone e computer al pagamento di vacanze da parte di Antonio Deodati e di Antonio Natoli), giungendo a chiedere perfino l’assunzione di dipendenti presso il Consorzio Seneco. Analogamente per quanto riguarda il ruolo svolto da Massimo Rosso, direttore della direzione Ragioneria Generale Provveditorato ed Economato del Comune di Catania, definito dal Gip rientrante “nel novero dei soggetti stabilmente a disposizione del Deodati”. In particolare nel corso delle indagini è stato accertato che Massimo Rosso si è attivato per consentire pagamenti a favore del Consorzio Seneco con tempistiche e modalità del tutto vantaggiose per la parte privata, accentrando su di se' ogni responsabilità in merito ai pagamenti da effettuare in relazione alle prestazioni oggetto del contratto e fornendo inoltre la propria opera di consulenza in materia contabile e commerciale, non solo in relazione al contratto citato, ma anche in relazione agli affari complessivi del gruppo Deodati, ciò anche in evidente conflitto di interessi con la propria posizione di funzionario apicale del comune di Catania.

Tali condotte trovano una illecita remunerazione nel pagamento da parte di Deodati del canone di affitto delle abitazioni occupate dalle figlie di Rosso a Roma, dove frequentano i rispettivi corsi di studi universitari, nonché nell’assunzione dei fidanzati delle figlie a tempo indeterminato presso società riconducibili a Deodati. In merito, infine, alla figura di Antonio Natoli, dirigente della Ipi e del Consorzio Seneco, il Gip ne riconosce il ruolo di fidato collaboratore di Antonio Deodati a Catania, sia nelle attività lecite che illecite, tanto da provvedere a finanziare gli acquisti di beni, viaggi e altre utilità da offrire a Fazio e a Rosso, in cambio del loro interessamento in favore delle società di Deodati.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Scandalo rifiuti al comune di Catania: 'appalti pilotati' tra regali, affitti pagati e assunzioni

CataniaToday è in caricamento