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Cronaca

Scandalo rifiuti al comune di Catania, appalti e corruzione: le 6 persone coinvolte

Al centro dell'inchiesta, l'appalto da 346 milioni di euro bandito dal comune di Catania per la raccolta dei rifiuti, la cui gara per tre volte è andata deserta, 'costringendo' l'amministrazione a prorogare il servizio, per un costo di circa 100 mila euro al giorno

Dalle prime ore del mattino gli uomini della Dia di Catania, diretta da Renato Panvino, su delega del Procuratore della Repubblica di Catania Carmelo Zuccaro, stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di misure cautelari, emessa dal Gip di Catania, nei confronti di imprenditori e funzionari anche con ruoli 'apicali' nella Pubblica Amministrazione, in servizio presso il comune di Catania, settore "Ecologia e Ambiente e Ragioneria Generale Provveditorato ed Economato".

Funzionari ed imprenditori coinvolti

L'arresto è scattato per Antonio Deodati, imprenditore romano, comproprietario della Ipi srl affidataria in Rti con Oikos, dal 19 febbraio 2011 al 15 maggio 2017, del servizio di igiene pubblica del comune di Catania. Già socio fino al 2 marzo 2017 della Eco.Car.srl affidataria con Senesi spa del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti del comune di Catania, dal 16 maggio 2017 e vicepresidente del consorzio Seneco. A lui vengono "contestati i reati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio".

Uno dei fedelissimi del sindaco Bianco, finito nell'inchiesta, è Orazio Stefano Fazio, responsabile dei procedimenti incardinati nella P.O. “Servizi Esternalizzati” della direzione Ecologia ed Ambiente del comune di Catania. E' direttore esecuzione del Contratto per i servizi di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e altri servizi di igiene pubblica del Comune. I reati che lo riguardano sono "di turbata libertà degli incanti e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio".

Arresti domiciliari per Antonio Natoli, già dipendente della Ipi srl, società affidataria dal 19 febbraio 2011 al 15 maggio 2017, con Oikos spa del servizio di igiene pubblica del comune di Catania. Dal 16 maggio 2017 dipendente del consorzio Seneco, costituito tra le società Senesi Spa ed Eco.Car. srl, attuali affidatarie del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti del Comune. Per lui i reati contestati sono "di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.

"Interdizione, per 12 mesi, dall’esercizio di uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, nello specifico, l’ufficio di amministratore, sindaco, liquidatore, direttore generale e dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, nonché ogni altro ufficio con potere di rappresentanza della persona giuridica o dell’imprenditore", come si legge nella nota della Dia, per Francesco Deodati, amministratore unico della Eco.Car, cugino di Antonio Deodati, cui viene contestato il reato di turbata libertà degli incanti.

Il video della Dia: gli arresti

Interdizione anche per un altro nome conosciuto a Catania, quello di Massimo Rosso. Direttore della direzione “Ragioneria Generale – Provveditorato ed Economato” del comune di Catania dal 20 luglio 2016, presidente del consiglio di amministrazione della Srr (Società per la Regolamentazione del servizio di gestione Rifiuti) di Catania area metropolitana. Per lui le accuse sono di "corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio".

E ancora, sospensione, per un anno, dal pubblico ufficio, rispettivamente esercitato e con totale interdizione di tutte le attività ad esso inerenti, sempre per Massimo Rosso e Leonardo Musumeci, direttore della direzione Ecologia ed Ambiente del comune di Catania e responsabile unico del Procedimento (Rup) per l’affidamento del Servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani differenziati e indifferenziati, compresi quelli assimilati, e altri servizi di igiene pubblica all’interno dell’Aro Città di Catania. Il reato contestato è di "turbata libertà degli incanti".

L'inchiesta 'Garbage Affair'

Al centro dell'inchiesta lo "svolgimento irregolare della procedura ad evidenza pubblica indetta dal comune di Catania ed avente ad oggetto, nello specifico l’affidamento - per l’anno 2017 - del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani differenziati e indifferenziati e altri servizi di igiene pubblica”. Dalle investigazioni svolte, infatti, è emerso come, a scadenza del precedente servizio, più volte prorogato per un totale di cinque anni e svolto dal Rti Ipi srl – Oikos Spa (che presentavano ricorso al Tar per l’annullamento degli atti deliberativi, giudicandoli economicamente non convenienti) il Comune indiceva una gara ad evidenza pubblica riguardante il servizio esteso, per un periodo di 84 mesi, all’intero territorio comunale con un impegno di spesa di euro 351.171.561,26 (pari ad  euro 50.167.365,89 annui), che - pubblicata sulla Gazzetta ufficiale il 18 novembre 2016 con termine fissato all’l’11  novembre 2017 per la presentazione delle offerte - andava, tuttavia, deserta. Quindi, in seguito al pronunciamento del Tar sul ricorso citato, avviava l’iter procedurale per lo svolgimento di una gara "ponte", avente ad oggetto, cioè, l’affidamento temporaneo (106 giorni) del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti esteso a circa il 75% del territorio comunale, con termine di scadenza per la presentazione delle offerte fissato inizialmente per il 29 dicembre 2016 e, poi, prorogato al 9 gennaio 2017. Tale gara si concludeva con l’aggiudicazione all’unico offerente, il Rti Senesi Sspa – Ecocar srl.

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