Riscossione Sicilia passa all'incasso, Catania deve 18 milioni di euro
Le procedure per il pignoramento sono state avviate il 26 gennaio 2016, attualmente sono sospese per un ricorso da parte del Comune e la decisione spetterà al tribunale, ma da Unicredit, che cura la tesoreria comunale fanno sapere che nessuna somma è stata vincolata per questa questione
I tempi per battere cassa sono sempre buoni, questa volta però a finire nel mirino di Riscossione Sicilia sono gli enti locali. In Sicilia le somme da versare all'agenzia di riscossione sono 42 milioni: quasi metà di questa cifra, 19 milioni circa, li deve il comune di Catania. Per l'esattezza si tratta di 18.947.141,77 euro.
Le procedure per il pignoramento sono state avviate il 26 gennaio 2016, attualmente sono sospese per un ricorso da parte del Comune e la decisione spetterà al tribunale, ma da Unicredit, che cura la tesoreria comunale fanno sapere che nessuna somma è stata vincolata per questa questione.
Intanto l'8 luglio è fissata l'udienza per discutere di questo debito e sulla pignorabilità della somma dovuta a Riscossione Sicilia. Aleggia anche lo spettro del dissesto finanziario sul comune guidato da Enzo Bianco. A far emergere questo aspetto è stato lo stesso Antonio Fiumefreddo, amministratore unico dell'agenzia, “chiederò di dichiarare il dissesto finanziario del Comune di Catania, così come degli altri che si rifiutano di pagare senza averne il diritto”.
Anche gli altri comuni non sono messi bene con il fisco siciliano. I comuni morosi per lo più lo sono a causa dell'Imu e Tarsu su immobili comunali e mancati pagamenti di tasse di possesso di automezzi. Alcuni comuni come Mascali, hanno già saldato il loro debito, 25 mila euro, altri invece come Bronte hanno dichiarato impignorabili 5,2 milioni per il 1° semestre del 2016; quasi 3 milioni congelati da Motta Sant’Anastasia. Ma l'impignorabilità può essere applicabile solo alle somme e i fondi destinati al pagamento degli stipendi dei dipendenti comunali.