Rito della luce sospeso, Presti a Bianco: "Lo porterò in un altro Comune"
Il presidente della Fondazione Fiumara d'Arte, Antonio Presti, scrive una lettera aperta al sindaco di Catania Enzo Bianco dopo che nei giorni scorsi il "Rito della luce" da lui organizzato in una scuola del capoluogo etneo è stato sospeso da una diffida dei vigili del fuoco.
"Per la seconda volta non mi sono sentito protetto, non mi sono sentito garantito. E ho deciso che, visto che il Rito quest'anno è stato snaturato, il prossimo si rigenererà in un altro Comune, attiguo a Catania. Sarò pronto a riconsegnarlo quando la città non manifesterà più queste forze oppositive ma solo sentimento di condivisione". Lo scrive il presidente della Fondazione Fiumara d'Arte, Antonio Presti, in una lettera aperta indirizzata al sindaco di Catania Enzo Bianco dopo che nei giorni scorsi il "Rito della luce" da lui organizzato in una scuola del capoluogo etneo è stato sospeso da una diffida dei vigili del fuoco.
Presti afferma che "un 'reato' universale, però, è stato commesso da chi, il 21 dicembre, giorno del solstizio d'inverno, ha tentato di spegnere la luce ai bambini che l'avevano accesa con tanta devozione. Io amo profondamente i catanesi: da 15 anni mi dedico senza sosta a curarne il cuore culturale, ma vista la mancanza di quel supporto che credo di meritare, e che speravo di trovare in te, ho messo in discussione con me stesso l'opportunità di donare il museo al quartiere di Librino, la mia collezione e il mio patrimonio personale alla tua amministrazione. Ti ringrazio comunque, ma quando si riceve un dono si deve accettare col cuore, non come fatto politico-istituzionale. E questo, caro Enzo, te lo dico da amico".
Dal canto suo, il sindaco Bianco si era detto "dispiaciuto per quanto avvenuto". "Non possiamo che rammaricarci della delusione di bambini e famiglie - aveva dichiarato il primo cittadino dopo la sospensione dell'evento - ma ovviamente il Comune non ha alcuna responsabilità in questa vicenda sia perché ha collaborato soltanto marginalmente all'organizzazione, sia perché la valutazione delle esigenze di sicurezza compete ad altre Autorità".