rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Sant'Agata: la scorta di polizia, gli 'scalmanati' e l'ombra della mafia

"Scalmanati", così li definisce Pogliese. Monsignor Scionti è più coraggioso e parla di "delinquenti". Mentre il Ministero prende una decisione 'grave': proteggere la vita dell'alto prelato e quella del capo-vara Consoli. Ma perché?

Sono passati due giorni dalla 'brutta storia' del 6 febbraio e, qualcosa, ancora non torna. Quello che sappiamo fino ad ora è che un conflitto tra la volontà del capo-vara Claudio Consoli - impedire la salita di via Di Sangiuliano vista la presenza di troppe persone nei cordoni - e quella di alcuni devoti - proseguire ad oltranza, come da tradizione - ha di fatto portato al rientro 'anticipato' del fercolo in Cattedrale. Una scelta che già avevamo definito 'pesante' e che, a sole 24 ore dai fatti, ha spinto l'Ucis - l'Ufficio Centrale Interforze per la Pubblica Sicurezza - a disporre la protezione di polizia, armata, per monsignor Barbaro Scionti e per il maestro del fercolo Consoli. I due uomini saranno scortati in tutti i loro spostamenti esterni.

Stiamo parlando dell'organismo attraverso cui il dipartimento della Pubblica sicurezza, nello specifico settore della protezione dei soggetti a rischio, coadiuva il Ministro dell’Interno. In sostanza l'entità che, in base alle segnalazioni e alle indagini delle forze di polizia sul territorio, può essere allertata dal prefetto - rappresentante del governo sui territori - per disporre la 'scorta". Un procedimento che coinvolge quindi i più alti livelli e le più importanti autorità del Paese. Ma perché il Ministro e le alte sfere delle forze di polizia sono preoccupate per l'incolumità di Scionti e Consoli? Cos'è successo davvero in quei momenti cruciali, tra le 9 e le 9.30, mentre la 'vara' era ferma ai Quattro Canti catanesi? Una vicenda sulla quale ancora non esiste chiarezza. Esistono però alcune interpretazioni: prima di tutto quella di Scionti. Il parroco infatti a pochi minuti dall'accaduto, in piazza Duomo, in attesa che il busto reliquiario della Santa venisse trasportato dal fercolo in Cattedrale, ha appellato le persone che hanno di fatto impedito la salita come "delinquenti".

"Cari delinquenti - ha detto al microfono il religioso - Siete soli, siete isolati, la Santa non è vostra, Sant'Agata è di tutti". Parole chiare, precise, che identificano quei giovani e meno giovani come soggetti che gravitano intorno agli ambienti criminali. Ne esiste un'altra, quella di Salvo Pogliese, che invece ha - forse involontariamente? - sminuito l'accaduto parlando invece di "scalmanati". Una versione decisamente riduttiva che non riesce per nulla a spiegare l'intervento della Pubblica Sicurezza. Chi sono i "delinquenti" o gli "scalmanati" che hanno portato il prefetto Claudio Sammartino a muoversi con tanta solerzia per proteggere i due uomini? E' ipotizzabile pensare che siano legati alle cosche mafiose? La misura di polizia, del resto, è solitamente utilizzata per personalità che vengono espressamente minacciate dalla criminalità organizzata e la presenza nei pressi del fercolo di alcuni noti esponenti della malavita etnea - così come dimostrato dalla cronaca locale - di certo, non fa ben pensare. Un'altra certezza sono le minacce ricevute: diversi video, ormai online, mostrano alcuni "devoti" insultare e promettere ritorsioni a Claudio Consoli.

Dubbi e incertezze che, nonostante non si sia arrivati mai ad una sentenza di condanna rispetto al presunto controllo della Cosa Nostra nella festa, vengono corroborati dalle recenti inchieste giudiziarie e giornalisitiche. Ciononostante, come pare, l'Arcidiocesi si dice "serena" per i suoi uomini. "Dell'azione di tutela nei confronti di Monsignor Barbaro Scionti, parroco della Basilica Cattedrale di Catania, e di Claudio Consoli, Maestro del Fercolo di Sant'Agata, si occupano con solerzia e massima cura il Prefetto e le forze dell'ordine, sempre attenti e presenti in questi giorni - ha spiegato la Chiesa in una nota - Dal canto loro Monsignor Scionti e Consoli sono sereni e si preparano come sempre in spirito di servizio all'Ottava della Festa, confidando nell'intercessione di Sant'Agata e nel cuore buono dei devoti. Una serenità che viene dall'aver vissuto i giorni agatini con azioni e parole alla luce del sole".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sant'Agata: la scorta di polizia, gli 'scalmanati' e l'ombra della mafia

CataniaToday è in caricamento