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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Sant'Agata di Militello, Mattarella firma decreto di grazia parziale per la donna che uccise il fidanzato

Francesca Picilli era stata condannata a dieci anni e sei mesi di reclusione per aver ucciso nel 2012 il fidanzato Benedetto Vinci al culmine di una lite. Per lei è stata disposta una riduzione della pena di quattro anni

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato due decreti con i quali è stata concessa grazia parziale. In particolare, i condannati nei cui confronti è intervenuta la grazia parziale sono: Ambrogio Luca Crespi, condannato a sei anni di reclusione per il delitto di concorso in associazione di tipo mafioso, per fatti commessi dal 2010 al 2012, per il quale è stata disposta una riduzione della pena di un anno e due mesi; Francesca Picilli, la donna di Sant'Agata di Militello condannata a dieci anni e sei mesi di reclusione per aver ucciso nel 2012 il fidanzato Benedetto Vinci al culmine di una lite. Per lei è stata disposta una riduzione della pena di quattro anni.

La firma dei due decreti per la concessione di grazia parziale è stata comunicata dal Quirinale con una nota: "Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato - ai sensi di quanto previsto dall'art. 87 comma 11 della Costituzione - due decreti con i quali è stata concessa grazia parziale. Le decisioni tengono conto del parere formulato dalla Ministra della Giustizia a conclusione della prescritta istruttoria. In particolare, i condannati nei cui confronti è intervenuta la grazia parziale sono: Ambrogio Luca Crespi, condannato a sei anni di reclusione per il delitto di concorso in associazione di tipo mafioso, per fatti commessi dal 2010 al 2012, per il quale è stata disposta una riduzione della pena di un anno e due mesi; Francesca Picilli, condannata a dieci anni e sei mesi di reclusione per il delitto di omicidio preterintenzionale commesso nel 2012, per la quale è stata disposta una riduzione della pena di quattro anni. Per effetto dei provvedimenti del Capo dello Stato agli interessati rimarrà da espiare una pena non superiore a quattro anni di reclusione, limite che consente al Tribunale di sorveglianza l'applicabilità dell'istituto dell'affidamento in prova al servizio sociale (art. 47 dell'ordinamento penitenziario). Nel valutare le domande di grazia presentate in favore degli interessati, il Presidente della Repubblica ha tenuto conto del positivo comportamento tenuto dai condannati durante la detenzione e della circostanza che il percorso di rieducazione sino ad ora compiuto dai predetti potrebbe utilmente proseguire - qualora la competente Autorità giudiziaria ne ravvisasse i presupposti - con l'applicazione di misure alternative al carcere".

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