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Cronaca

Altro scandalo Farmacia? Il disastro riguarderebbe le fognature della Cittadella

Il movimento studentesco catanese ha lanciato un nuovo scandalo Farmacia: disastro fognature alla Cittadella. L'Università smentisce alcun pericolo con una relazione tecnica a firma dei resp.li della Prevenzione e della Sicurezza dell'Ateneo

Qualche giorno fa, il movimento studentesco catanese richiamava l'attenzione sul disastro fognature alla Cittadella universitaria di Catania. Un altro scandalo dopo quello che, nel 2008, fece scoppiare il "caso Farmacia". In particolare, sul sito del movimento, si legge una denuncia in attesa di risposta da parte dell'Università, relativa alle condizioni in cui versa il depuratore della Cittadella. "Negli ultimi anni il depuratore è stato smantellato, pezzo dopo pezzo, fino a che non si è reso del tutto inefficiente. Nel vecchio edificio di Farmacia il sistema originario delle saie viene eliminato perché insicuro per l’interno. Adesso gli scarichi si raccolgono in pozzetti esterni ma collegati alla rete principale delle acque bianche, che arrivano in città senza passare da nessun depuratore". "Durante i lavori - si continua a leggere sul sito- viene dimenticata la saia sotto lo stabulario, permanendo parte del vecchio sistema che ha portato al “Caso Farmacia”. L’ampliamento della Facoltà di Farmacia manca del certificato prevenzione incendi e, pur essendo un edificio appena inaugurato, ha un sistema fognario che porta le sue acque nere nella rete principale delle acque bianche, aggravando l‘inquinamento della città".

Un allarme che, oggi, ha finalmente ottenuto una risposta dall'Università con una relazione predisposta congiuntamente dal Dirigente dell’Area della Prevenzione e della Sicurezza dell’Ateneo, ing. Piergiorgio Ricci, e dal Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, arch. Daniele Leonardi. Nelle relazione, si legge quanto segue.

" Il depuratore della Cittadella Universitaria di Catania attualmente in esercizio è pienamente operativo, svolge correttamente la sua funzione di depurazione delle acque di scarico e rispetta i limiti di legge sulle acque di scarico imposti dalla normativa vigente. Ciò è chiaramente dimostrato dai periodici certificati di analisi emessi da laboratorio accreditato e dai controlli effettuati dagli uffici competenti del Comune di Catania. L'impianto di depurazione originario ha subito negli anni diversi interventi che ne hanno posto fuori servizio alcune sue parti, ma ciò non ha comportato lo scarico nella rete fognaria della città di acque nere non depurate, come testimoniato dai certificati di analisi relativi. Di contro negli ultimi due anni. l'impianto è stato oggetto - a cura del settore ambiente dell'Area della prevenzione e della sicurezza- di modifiche tecniche migliorative per renderlo più performante ed assicurare una corretta depurazione anche in condizioni di picco (massima portata). Tutto ciò è stato relazionato puntualmente agli organi competenti del Comune di Catania. Il progetto di un adeguamento sostanziale del depuratore in esercizio, previsto nel Piano triennale delle opere pubbliche, nasce dall'incremento delle portate previsto nei prossimi anni a causa dei nuovi edifici in corso di completamento e dall'attuale deroga temporanea relativa ai limiti dei parametri azotati concessa dal Comune di Catania nell'autorizzazione allo scarico. L'amministrazione, preso atto del dissequestro dell'edificio 2 da parte del Tribunale di Catania - sezione del GIP, ha assunto una serie di azioni mirate alla riapertura condizionata dei laboratori ed al riavvio delle relative attività solo in presenza di tutte le necessarie condizioni di sicurezza e del rispetto di quanto prescritto dal GIP nel suo atto. Tutta questa attività è documentabile ed è stata posta all'attenzione degli RLS come è posta all'attenzione degli RLS qualunque problematica individuata nell'edificio in argomento che riguardi la sicurezza dei lavoratori. Ad attestare la qualità ed attenzione del lavoro svolto, anche la sentenza del Tribunale di Catania che, proprio in considerazione di quanto fatto dall'Area della prevenzione e della sicurezza, ha rigettato l'appello del Procuratore della Repubblica avverso il decreto di dissequestro. L'intervento realizzo nel 2007 relativamente al sistema di raccolta delle acque nere dell'edificio 2 ha permesso di passare dal sistema a saie ad un sistema a tubi chiusi che raccoglie gli scarichi dei diversi piani dell'edificio e li convoglia in modo indipendente all'esterno dello stesso. Qui le nuove tubazioni sono state collegate alle tubazioni secondarie esteme esistenti, che, da un' attenta analisi svolta dall'Ufficio di progettazione dell'Area della prevenzione e della sicurezza circa due anni fa, si sono evidenziate come erroneamente collegate alla rete delle acque bianche. Tale problematica è stata resa nota agli enti competenti (comune, regione. provincia) nel febbraio 2010, così come è stata comunicata I'approvazione del progetto di rnessa a norma da parte del CdA tenutosi a luglio 2010 e il successivo appalto dei lavori alla ditta aggiudicatrice. Tutti i documenti sono stati anche forniti alla Procura della Repubblica di Catania. Nelle more della suddetta messa a norma. è periodicamente controllato lo scarico  sulla rete comunale e non c'è superamento dei limiti di legge. Quindi non c'è nessun riversamento di sostanze nocive per la salute e l'ambiente nel sistema fognario comunale".

 

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