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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Sciopero del lavoro pubblico, presidio Cisl davanti alla Prefettura

I lavoratori del pubblico impiego, sanità, scuola, università, ricerca, sicurezza rivendicano il rinnovo del contratto, fermo da sei anni. La mobilitazione della Cisl continua anche il 2, 3 e 4 dicembre per la riforma del lavoro e la legge di stabilità

Oggi 1 dicembre si svolgerà lo sciopero dei dipendenti pubblici indetto dalla Cisl per il rinnovo del contratto bloccato da sei anni. Presidi con i lavoratori degli enti locali, dei ministeri, della sanità, della ricerca, della sicurezza, della scuola e dell’università si terranno in tutte le piazze d’Italia: a Catania, l’appuntamento è fissato per le 9.30 davanti alla sede della Prefettura.

La mobilitazione della Cisl continuerà, con lo slogan “Per il lavoro per il sociale”, martedì 2, mercoledì 3 e giovedì 4 dicembre con le manifestazioni che si terranno rispettivamente a Firenze, Napoli e Milano sulla riforma del lavoro (Jobs Act) e sulla legge di stabilità. I delegati Cisl delle regioni del Sud si riuniranno per manifestare a Napoli.

A Catania, la mobilitazione continuerà con riunioni e assemblee nel territorio il 9 dicembre per i centri delle zone di Adrano e Paternò, il 10 per quelli di Giarre e Randazzo, l’11 per i Comuni della zona di Acireale e il 12 per Caltagirone e il Calatino. Lo scopo è ascoltare, parlare e condividere con i cittadini, i lavoratori, i pensionati, i giovani, i migranti gli obiettivi delle proposte della Cisl sul Jobs Act e la legge di stabilità nazionale. 

I temi dello sciopero del pubblico impiego e della successiva mobilitazione sono stati illustrati stamattina alla stampa da Rosaria Rotolo, segretaria generale della Cisl di Catania, e dai segretari generali delle federazioni provinciali interessate Antonella Lanzafame (Cisl Università), Antonio Sasso (Fns Cisl lavoratori della sicurezza), Armando Coco (Cisl Funzione Pubblica) e Pippo Denaro (Cisl Scuola).

Il mondo dei dipendenti pubblici non rivendica solo il rinnovo del contratto, ma che si dia anche il giusto valore al lavoro pubblico che è un bene di tutti, si sblocchi il turn over, si taglino gli sprechi e le consulenze, si riconoscano le professionalità negli enti pubblici, ci siano mezzi e personale adeguati per gli interventi nella sicurezza, si possa studiare e insegnare in scuole migliori senza differenze tra Nord e Sud, si introduca l’innovazione e si migliori la qualità dei servizi ai cittadini.

Contro il blocco dei contratti, le federazioni della Cisl Lavoro Pubblico hanno depositato un ricorso presso il Tribunale di Roma. «La procedura – ha precisato Coco (Cisl Fp Catania) - è stata avviata affinché il medesimo Tribunale sollevi di fronte alla Corte Costituzionale la questione di legittimità in merito al decreto legge n. 78/2010 convertito in legge n. 122/2010. Una norma prorogata per il sesto anno dalla legge di stabilità e che incide pesantemente sulla condizione salariale dei dipendenti pubblici».

La mobilitazione nazionale successiva del 2, 3 e 4 dicembre, ma anche quella territoriale a Catania, prende le mosse dalla strategia che la Cisl sta mettendo in campo tutta volta a ottenere gli opportuni cambiamenti al provvedimenti che il governo sta varando in questi giorni: tanto nella riforma per il lavoro quanto nella legge di stabilita ci sono interventi buoni e parti da modificare.

"Va bene il contratto a tutele crescenti – ha affermato Rotolo – se si supereranno i contratti che generano precarietà e si eliminano le false Partite Iva. Tale contratto insieme agli sgravi per le nuove assunzioni possono diventare una reale opportunità per nuova occupazione e emersione del lavoro irregolare. È positivo un sistema di ammortizzatori sociali universalistico ma deve essere esteso a tutti i settori e ai lavoratori di tutte le imprese e di qualsiasi dimensione".

"Chiediamo nella Legge di stabilità – ha aggiunto – misure più incisive per realizzare lo shock fiscale e favorire la ripresa dei consumi, estensione del bonus 80 euro ai pensionati, rifinanziare la detassazione e la decontribuzione dei premi di produttività, rivedere il taglio ai patronati che svolgono un servizio gratuito per la collettività".

"Al presidente Renzi  – ha concluso – la Cisl di Catania chiede di passare dalle parole ai fatti, di immergersi davvero nella realtà siciliana e catanese non da solo ma confrontandosi con il mondo del lavoro e delle imprese. Solo da tali sinergie sarà possibile ricavare soluzioni condivise che possono alleviare la fame di lavoro che c'è nei nostri territori".

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