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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Sciopero Pfizer, le reazioni: coro di "no" ai licenziamenti

Da più parti arriva una ferma opposizione ai licenziamenti annunciati dalla multinazionale americana

E' cominciato alle 22 di ieri lo sciopero di 24 ore dei lavoratori della Pfizer dello stabilimento di Catania contro la mobilità dichiarata dalla multinazionale del farmaco per 130 dipendenti del sito etneo. La protesta, indetta da tutte le organizzazioni sindacali anche per chiedere un piano industriale di sviluppo che garantisca anche l'occupazione, si sta svolgendo in modo ordinato davanti ai cancelli della struttura, nella zona industriale di Catania. Dal più parti sono arrivate le reazioni di solidarità ai lavoratori.

La deputata regionale del M5S Jose Marano ha partecipato allo sciopero dei lavoratori Pfizer indetto dalle sigle sindacali per protestare contro il piano di licenziamenti, circa 210, annunciato dall’azienda. “Massima solidarietà ai lavoratori e alle loro la famiglie – dice Marano -. Seguiamo da mesi questa vicenda e siamo giunti in una fase in cui non si può perdere tempo prezioso. Il governo regionale, con gli assessori alle Attività Produttive e al Lavoro, devono immediatamente riaprire il tavolo di confronto con l’azienda inopinatamente sospeso dall’assessore Scavone dopo una lettera inviata dalla Pfizer. Lettera che non ha dato alcuna rassicurazione sul destino dei lavoratori, sostengono i sindacati". Poi prosegue: "Se vogliamo che la vertenza arrivi al Ministero dello Sviluppo Economico occorre che si riapra subito il tavolo regionale: il governo Musumeci si sta assumendo la responsabilità di non riaprirlo. Di ciò ho già parlato al presidente della Regione e auspico che si proceda con immediatezza per poter portare poi il tavolo delle trattative a Roma: è una vicenda troppo grande per poter essere gestita a livello regionale”.

"Quello che sta accadendo alla Pfizer di Catania è inaccettabile: non possiamo prendere neanche in considerazione la possibilità che siano licenziate 230 persone e che 230 famiglie vengano messe sul lastrico". È quanto afferma il segretario generale della Uil PierPaolo Bombardieri d'intesa con le segretarie di Catania e della Sicilia, Enza Meli e Luisella Lionti, nel giorno in cui i lavoratori di quello stabilimento scioperano per chiedere il mantenimento dei livelli occupazionali del sito etneo. "In questi mesi - prosegue il leader della Uil - grazie al vaccino Pfizer ha conseguito utili eccezionali: ebbene, parte di quelle risorse deve essere reinvestita in questo territorio. La Uil - conclude Bombardieri- chiede alla Regione Siciliana di attivare un tavolo al più presto e al Governo di intervenire con serie politiche industriali, costringendo le aziende che hanno avuto utili in questo Paese a salvaguardare l'occupazione".

"Negli ultimi mesi il nome "Pfizer" è stato associato alla speranza, quella di uscire dal tunnel della pandemia grazie al vaccino che ha messo in sicurezza la vita di milioni di persone. Non vorremmo mai che d'ora in poi a Catania questo nome fosse associato alla "perdita di speranza" che porterebbe circa un centinaio di famiglie al licenziamento o al trasferimento, privando ancora una volta la Città di opportunità lavorative". Lo ha affermato l'arcivescovo metropolita di Catania, Luigi Renna, in un messaggio di solidarietà letto ai lavoratori davanti al sito del capoluogo etneo della multinazionale del farmaco dove è in corso il presidio di uno sciopero contro l'annuncio di 130 esuberi. "Quando si chiude un'azienda, si ha una triste ricaduta su tutto il territorio - aggiunge mons. Renna - i giovani sono costretti ancora ad emigrare, le famiglie stentano a formarsi, cresce la denatalità, si dà spazio alla precarietà, si creano le condizioni di disoccupazione che portano le persone più fragili a finire nelle trame della criminalità organizzata. Sentiamo perciò di ribadire quanto affermava papa Francesco nella Evangelii gaudium: 'Non possiamo più confidare nelle forze cieche e nella mano invisibile del mercato. La crescita in equità esige qualcosa di più della crescita economica'".  "Prevalga non la mano invisibile del mercato - sottolinea l'arcivescovo di Catania - ma l'intelligenza imprenditoriale che coniuga "capitale umano" e capitale economico! "Come Chiesa - osserva mons Renna - siamo solidali con i lavoratori della Pfizer di Catania e ci appelliamo ai Responsabili dell'azienda affinché trovino soluzioni che non privino un'altra Città del Sud di quella opportunità che ha permesso a tante famiglie di vivere dignitosamente e di contribuire allo sviluppo del territorio. Non rendete Catania più povera! Siamo fiduciosi - chiosa l'arcivescovo - che, con l'aiuto delle Istituzioni politiche e dei sindacati, si trovino vie d'uscita che scongiurino definitivamente la chiusura del prestigioso stabilimento etneo".

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