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Cronaca

Cassazione riconosce il lavoro delle casalinghe grazie a una catanese

Una signora catanese, l'idolo delle casalinghe? Probabilmente sì, dopo una sentenza secondo la quale se la casalinga si fa male subisce un danno patrimoniale

Una signora catanese, l'idolo delle casalinghe? Probabilmente sì, dopo una sentenza della Cassazione secondo la quale se la casalinga si fa male tanto da vedersi ridotta la "capacità lavorativa", c'è un mancato guadagno per la donna e, quindi, esiste anche il diritto ad un risarcimento del danno patrimoniale, al pari di ogni altro lavoratore.

La signora catanese aveva riportato una "invalidità permanente" a seguito di un incidente stradale.
Era stata investita da un'auto mente era a bordo del suo motorino. Per l'incidente, nel 2008, la Corte d'Appello di Catania le aveva riconosciuto 94mila euro come pagamento dall'assicurazione dell'auto (riducendo la somma stabilita in primo grado)e aveva respinto la domanda di risarcimento per il "danno patrimoniale".

Nel ricorso in Cassazione, la donna aveva sostenuto che "non è razionale ritenere che una invalidità permanente particolarmente elevata non spieghi alcuna conseguenza sull'attività di casalinga".

E la Terza Sezione Civile le ha dato ragione: "È ormai certo - scrive la Cassazione nella sentenza n.23573 - che il danno da riduzione della capacità di lavoro, sofferto da persona che, come la casalinga, provveda da sè al lavoro domestico, costituisce una ipotesi di danno patrimoniale e non biologico. Ne consegue che chi lo invoca ha l'onere di dimostrare che gli esiti permanenti residuati alla lesione della salute impediscono o rendono più oneroso (ovvero impediranno o rendranno più oneroso in futuro) lo svolgimento del lavoro domestico". Per questo ora la Corte d'Appello dovrà ricalcolare il risarcimento per la casalinga, in base all'invalidità riportata.

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