Pescatori di frodo catanesi in trasferta ad Agrigento: sequestrata barca e attrezzature
Complessivamente sono state elevate loro contravvenzioni per 8.500 euro ed è scattato il sequestro delle attrezzature per la pesca subacquea e per l'imbarcazione
In trasferta da Catania ad Agrigento per pescare di frodo, infischiandosene delle normative anti-Covid che vietano il trasferimento, senza un legittimo motivo, da un Comune all'altro. Tre catanesi sono stati bloccati e sanzionati dai carabinieri del Norm della compagnia di Agrigento al porticciolo di San Leone. Complessivamente sono state elevate loro contravvenzioni per 8.500 euro ed è scattato il sequestro delle attrezzature per la pesca subacquea e per l'imbarcazione.
I tre erano appena arrivati al porticciolo e da un'imbarcazione, di poco meno di 4 metri, trasferita da Catania ad Agrigento su un carrello, stavano scaricando un grosso quantitativo di ricci di mare, tutti riposti all'interno di sacchi. A notare quegli strani movimenti è stato un agrigentino che non s'è girato dall'altra parte, ma, nel dubbio, ha chiamato i carabinieri e rappresentato l'anomalia. A San Leone è stata dunque dirottata una pattuglia dei militari dell'Arma che hanno subito bloccato e controllato i tre. Subito è stato chiaro che si trattava di tre pescatori di frodo in trasferta. Sono scattate dunque le sanzioni (gli 8.500 euro comprendono anche le 400 euro a testa elevate per violazione delle norme anti-Covid) e il sequestro di attrezzatura e imbarcazione. Tutti i ricci di mare, che hanno un valore sul mercato di 4 mila, 4.500 euro, sono stati subito rigettati in acqua dagli stessi carabinieri intervenuti al porticciolo.
"Parliamo di pesca di frodo perché quella sportiva consente un massimo di 50 esemplari", ha evidenziato il capitano dei carabinieri di Agrigento Marco La Rovere . I tre sanzionati hanno dai 35 ai 40 anni. "Aver tolto un'imbarcazione con motore fuoribordo e le attrezzature è una perdita economica che fa più male perché si interrompe l'attività delittuosa - ha aggiunto l'ufficiale - perché le bombole si possono ricomprare ma l'imbarcazione non è una spesa di poco conto".
Ma non è finita. Sempre i carabinieri, ma a Porto Empedocle questa volta, hanno pizzicato un furgoncino che trasportava pesce senza alcuna autorizzazione. E lo stava facendo in orario vietato: prima dell'alba quando, per effetto del Dpcm, non ci si può spostare. "Gli occupanti erano sprovvisti - ha ricostruito il comandante della compagnia di Agrigento: il capitano Marco La Rovere - di qualsiasi tipo di autorizzazione sia al trasporto di generi alimentari che all'attività e si stavano muovendo anche in un orario non consentito. Il trasporto di prodotti ittici senza autorizzazione è lavoro 'in nero'. Complessivamente abbiamo fatto sanzioni per 4.100 euro".