Sequestro dell'ingegnere Calì ad Haiti, i rapitori contattano e minacciano il suo socio

Arrivano ulteriori sviluppi sulla vicenda di Vanni Calì, l'ingegnere catanese di 74 anni rapito ieri ad Haiti. Il ministero degli Esteri ha attivato l'Unità di Crisi della Farnesina. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato prelevato a scopo estorsivo proprio nel cantiere di La Croix de Bouquet, nella periferia della capitale Port au Prince. Già il mese scorso, il primo ministro haitiano, Claude Joseph, aveva annunciato l'intenzione del governo di intensificare il proprio impegno contro i sequestri estorsivi, che nell'ultimo anno si sono moltiplicati ad Haiti. Solo ad aprile sono stati registrati 91 casi, la maggior parte ad opera delle oltre 50 gang attive nei principali centri urbani.

Secondo quanto riferisce l'Adnkronos Calì - bisogno di farmaci per le sue condizioni di salute - sarebbe stato rapito insieme ad un altro uomo di nazionalità haitiana. Un membro del gruppo armato che ha effettuato il rapimento avrebbe contattato il socio locale di Calì, facendo riferimento al pagamento di un riscatto, anche se senza avanzare richieste specifiche, ma esprimendo comunque minacce all'incolumità degli ostaggi. Inoltre sembrerebbe che sia stata contattata anche la famiglia del collega di Calì con la richiesta di un riscatto di mezzo milione di dollari. Le condizioni di salute di Calì, bisogno di cure continue, hanno rappresentato un elemento per accelerare sulle fasi della sua liberazione, alla quale si sta lavorando alacremente. Tra gli altri elementi, si valuta il ricorso a un mediatore che possa stabilire un contatto con il gruppo di sequestratori, strategia che sarebbe quella consigliata dalle autorità di Port au Prince.